Il Pd a Viareggio in mezzo al guado: ne’ pesce né carne. Un circolo ristretto di carbonari senz’anima dovrebbe guidare l’alternativa…? Una favola per bambini!

Il Pd a Viareggio è in mezzo al guado: è stato estromesso dalla giunta Del Ghingaro con il licenziamento in tronco della vicesindaca Maineri qualche anno fa ma non ha fatto fino in fondo i conti con quell’esperienza traendone tutte le conseguenze politiche critiche ed autocritiche. E fino alla lettera di licenziamento il Pd, i suoi assessori, la sua vicesindaca sono stati supinamente accodati ed hanno votato tutti i programmi e di fatto avallato tutte le mosse del Sindaco: non c’è stata in quel periodo nessuna diversificazione, nessuna voce critica resa pubblica o fatta conoscere alla città.  

Il suo gruppo dirigente è sostanzialmente lo stesso che alle elezioni comunali strinse il patto di ferro con Del Ghingaro spinto dal suo Commissario: allora il Pd era stato commissariato dal regionale dopo aver espulso dal partito tutti gli allora dirigenti perché avevano osato immaginare un progetto alternativo alla prima esperienza di Del Ghingaro L’allora Commissario regionale del Pd subito dopo le elezioni fu assunto come collaboratore nello staff del Sindaco. Il lavoro di normalizzazione del Pd alle esigenze politiche del regionale toscano fu terminato da un altro commissario, il Simiani: si arrivò alla nomina a Segretario cittadino del PD di Filippo Ciucci che era stato eletto consigliere comunale proprio a Viareggio. Da quando fu messa alla porta Federica Maineri da Del Ghingaro nel Pd viareggino, versiliese e regionale   non c’è stata nessuna seria e approfondita riflessione autocritica ma solo  un continuismo nascosto e una debole opposizione: opposizione molto personalistica , ispirata più dal risentimento dell’innamorato tradito che non motivata da una positiva visione politica e programmatica; un’opposizione ovattata e sorniona, affidata quasi esclusivamente a comunicati stampa e a un blog Pd di Viareggio visitato da pochissime anime; opposizione incapace di prospettare e far vivere un’alternativa nei quartieri e nella città.

Alternativa che deve basarsi su una visione di futuro. Un futuro che deve essere immaginato, discusso e proposto. Un futuro diverso dal passato tenuto conto proprio dell’attuale esperienza amministrativa, dei mutamenti copernicani dell’oggi e delle sfide che pongono. Un futuro che il Pd viareggino non riesce a identificare: tanto che fanno buon gioco e presa le realizzazioni del Sindaco e della sua amministrazione per quanto non strategicamente pensate e molte delle quali non essenziali, poco utili al futuro, più studiate per abbagliare e meravigliare che non per esigenze prioritarie della città. Ma tant’è! Se opposizione è solo quella dei comunicati stampa, di qualche rara iniziativa o di qualche incontro con le associazioni allora, come nel sonetto di Tommaso Campanella: Stavamo tutti al buio… ma nessuno del Pd  però ha acceso il lume! Il turismo è cambiato negli anni, oggi è multi motivazionale e al tempo stesso mordi e fuggi; il clima sta minacciando i beni naturali – parchi, pinete, l’ambiente marino e della costa- già per altro colpiti da un inurbamento selvaggio e non adeguatamente programmato nel passato; i brand sono tutti da riscoprire; una partecipazione svilita e intorpidita da metodi podestarili, autoritari e personalistici da rilanciare.

Il Pd però è guidato da un gruppo ristretto, autoreferziale che non ama la partecipazione degli iscritti e dei simpatizzanti, che non accetta critiche e suggerimenti che, anzi, sono ritenuti lesivi e non sopportabili. Pensate a qual dramma potrebbe essere discutere apertamente con i cittadini senza avere proposte e atterriti da qualsiasi voce che non sia: come siete bravi; come state lavorando bene; senza voi dove andremo a finire? Grazie che ci siete. Sono in effetti metodi di lavoro simili se non eguali a quelli fondativi dell’esperienza del Del Ghingaro: se non sei un mio replicante sei un nemico. Ma lui almeno il carisma ce l’ha, una sua visione ce l’ha, una autorevolezza ce l’ha: poi si può discutere se le sue scelte e politiche amministrative siano giuste,  modelli da perseguire ma, senza ombra di dubbio l’attore è bravo, competente, smaliziato e autoritario quanto basta e i copioni li scrive molto bene!

Abituati a far da mosca cocchiera a un capo a cui hanno dato sostegno e conforto incondizionato condividendone le scelte, oggi non sono in grado di dire una parola chiara su temi decisivi ma pretenderebbero, in virtù di quello zoccolo duro di elettorato Pd che pensano  sia gestibile per tutte le stagioni –  non è però così basti pensare che all’ultime elezioni il Pd mentre alle regionali aveva ottenuto 7.774 voti alle comunali nello stesso giorno arrivò ai 2.894 –  di condizionare l’agenda di costituzione di un’alleanza alternativa. Che dice il Pd su Viareggio? Che posizione ha sulla via del mare a sud dello stadio? Che posizione ha sulla permanenza di monopoli di potere ossificati nelle municipali, nel porto o sugli attuali appalti pubblici? Che posizione ha sulla partecipazione e sul decentramento? Che posizione ha nei confronti delle concessioni e degli affitti lucrosi a terzi da parte di molti concessionari? Che posizione ha nei confronti del turismo e delle attività artigianali e commerciali? Che posizione ha sulla trasformazione del centro in una grande isola pedonale? Come pensa di affrontare il problema della qualità degli arredi urbani? Cosa propone per contrastare la pericolosa omologazione del commercio, o della microcriminalità in estensione all’ennesima potenza?  Che cosa pensa della Versilia e delle politiche coordinate tra enti? Come e con quali risorse pensa di affrontare l’organizzazione culturale e artistica della città?

Servirebbero idee, come le tre parole di quella famosa canzone, ma le bocche tacciono, sono cucite dalla riservatezza di una élite piccola piccola, che pensa a come ricollocarsi domani senza troppo clamore, contando sul fatto che tutti si siano scordati del loro agire passato, di un continuismo di sapore democristiano, di un tatticismo snervante. Si è aperto un tavolo di confronto con forze e movimenti ma il Pd fa fatica, non porta un’idea, rallenta su tutto. “Troppo veloci, troppo netti, bisogna che ne discutiamo”. Con chi non si sa visto che gli organismi del Pd a Viareggio si sono riuniti raramente e sono costituiti da persone che non partecipano più da tempo. Perché il carbonari del Pd non danno i numeri dell’organismo dirigente? Quante volte è stato riunito negli ultimi due anni? Quanti sono i componenti e quanti hanno partecipato alle riunioni?Quante assemblee degli iscritti si sono tenute in questi due anni e quante assemblee pubbliche promosse nello stesso periodo? Per questo sono infastiditi e preoccupati ad ogni stormir di fronda. Partecipano alle iniziative di altri senza far rumore, quatti quatti, zitti zitti.

Che ne pensano lor signori di quanto scritto in quel documento non approvato dal Pd ma condiviso da tutte le altre forze presenti al tavolo per l’alternativa? Cosa pensano degli assessori attuali che sia pure timidamente, riservatamente parlano del loro fastidio nei confronti dei metodi autoritari del Sindaco? Sono recuperabili in un progetto alternativo?  Il Pd a Viareggio che idea ha su questo aspetto? Lo vedrete nelle prossime puntate in programmazione! Per ora vige il silenzio assoluto quello necessario per non disturbare i provetti guidatori. 

Se il Pd nazionale non metterà nell’agenda, uno dei primi punti, il rinnovamento dei gruppi dirigenti locali non andrà molto lontano; se non affronterà con piglio e determinazione il tema della riorganizzazione del partito a tutti i livelli non farà nessun passo in avanti. A Viareggio un Pd non c’è: quello che esiste é un gruppo di carbonari senz’anima, paludati e in attesa che il caso gli sia favorevole e che possano riciclarsi in una ipotetica fase nuova o avere qualche incarico futuro. Nemmeno di carboneria però è corretto parlare: i mazziniani un’anima e una dignità ce l’avevano, a differenza dei sei o sette  del cerchio magico del Pd viareggino, e sapevano osare… eccome!

Niclo Vitelli

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