Innovazione sociale e bisogni assistenziali degli anziani 

Si è svolto ieri a Lucca il convegno “Artigiani della cura – Innovazioni su misura per l’assistenza agli anziani”, un progetto ideato dal Consorzio Soecoforma e finanziato dal Fondo interprofessionale Fon.Coop sull’avviso strategico 48/2021. Il progetto ha avuto come obiettivo il sostegno a tre cooperative sociali (Iris, La Gardenia e La Mano Amica) per aiutarli a progettare e realizzare servizi sociosanitari innovativi, flessibili e sostenibili, seguendo una logica di trasversalità e multifunzionalità per rispondere ai bisogni degli anziani fragili del territorio della zona Piana di Lucca e Versilia. 

L’indagine, svolta dal Laboratorio Management e Sanità (MeS) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, evidenzia come – nonostante il numero di anziani sia auto che non autosufficienti sia in continuo aumento – questa fascia di popolazione non vede spesso compresi ed evasi i propri bisogni, spesso complessi e molto diversi tra loro, accentuando così la loro sensazione di fragilità.

L’idea alla base delle azioni progettuali si basa sul presupposto che per sostenere i processi di innovazione sociale e rispondere in modo sempre più equo ed efficace ai bisogni di benessere e salute espressi dagli anziani, sia necessario mettere in campo nuove conoscenze e innescare un insieme di cambiamenti che vedono come fulcro del processo di innovazione le persone che – a vari livelli intervento – operano nei servizi e nelle loro competenze. 

Cosa si intende per innovazione sociale 

La definizione di “innovazione sociale” viene proposta nel 2010 dal BEPA (Bureau of European Policy Advisers) e, a sua volta, si basa sulla precedente definizione proposta dalla Young Foundation secondo cui dovrebbero essere sia “sociali nei loro fini che nei loro mezzi” sia consistere in “nuove idee, prodotti, servizi e modelli che soddisfano contemporaneamente i bisogni sociali in modo più efficace delle alternative e creano nuove relazioni sociali o collaborazioni”. Da qui si deduce che per essere innovativi, gli interventi dovrebbero soddisfare questi requisiti:

  1. offrire una nuova risposta a un bisogno sociale 
  2. farlo in modo più efficace rispetto alle soluzioni esistenti 
  3. rinnovare o migliorare abilità e relazioni sociali 
  4. determinare un migliore utilizzo delle risorse

Quindi, le innovazioni sociali non sono utili solo alla società ma migliorano anche la capacità della società di agire e diventano un elemento significativo nello sviluppo di nuovi modelli di assistenza ispirati all’investimento sociale. 

Nel 2008 la Commissione Europea ha proposto il rafforzamento del Metodo Aperto di Coordinamento Sociale che ha identificato sia per le politiche di assistenza sanitaria che per quelle di Long Term Care tre macro obiettivi condivisi:

  1. universalità nell’accesso assicurando che il bisogno di assistenza non si traduca in povertà e dipendenza finanziaria 
  2. alta qualità favorendo anche l’adozione di un approccio preventivo e il passaggio dall’assistenza di tipo istituzionale a quella basata su servizi domiciliari e di comunità “su misura”
  3. sostenibilità garantendo che l’assistenza, adeguata e di alta qualità, rimanga economicamente accessibile e finanziariamente sostenibile tramite la promozione di un uso razionale delle risorse 

Per quanto riguarda la Long Term Care, l’Unione Europea ha pubblicato due documenti specifici sulle politiche di assistenza. Il primo è il “Long Term Care in the European Union” dove si afferma l’importanza di garantire ai cittadini un alto livello di protezione dai rischi di malattia e dipendenza, promuovendo un approccio di policy basato su nuove forme di finanziamento, collaborazione multi-attore e multi-livello, assistenza domiciliare e di comunità, sostegno ai caregiver, prevenzione e riabilitazione. 

Il secondo documento, contenuto all’interno del Social Investment Package (SIP) del 2013, considera l’investimento sociale essenziale per sviluppare nuovi modelli di assistenza e migliorare la qualità della vita degli anziani e dei loro caregivers. Infatti, il documento insiste sulla necessità di aumentare la produttività nel settore dell’assistenza e di ridurne la domanda, agendo sulla salute della popolazione anziana e sulla promozione della capacità di vivere in modo autonomo, grazie anche all’utilizzo di nuove tecnologie. 

L’orientamento al sociale e la capacità di percezione sociale rimangono comunque le due competenze più importanti a tutti i livelli per portare veramente il cambiamento. 

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