50 anni fa, in Cile, il colpo di Stato di Pinochet pose fine al governo di Unidad Popular e al sogno di Salvador Allende. Le belle storie dell’Italia migliore.

Roberto Toscano e Piero De Masi non sono famosi come meriterebbero, eppure molti cileni devono a loro la vita.
Domani ricorre un triste anniversario. 50 anni fa il colpo di Stato di Pinochet, appoggiato dagli Stati Uniti e sostenuto anche dalla DC cilena ( che poi se ne penti’ più avanti e formò le coalizioni che sconfissero nelle urne Pinochet ed i suoi epigoni) pose fine al governo di Unidad Popular e al sogno di Salvador Allende di costruire nella libertà un Cile democratico e socialista. Nei giorni successivi al golpe, al bombardamento de la Moneda, il palazzo presidenziale, alla morte di Allende, migliaia di militanti di sinistra cileni furono arrestati, torturati, uccisi. Più di duemila sparirono nel nulla. Assassinati e sepolti chi sa dove, gettati nell’Oceano dall’elicottero o nelle bocche dei vulcani.


Roberto Toscano, aveva trenta anni ed era l’addetto commerciale dell’Ambasciata Italiana a Santiago del Cile. L’ambasciatore era rientrato in Italia per comunicazioni al Ministero. Quindi Toscano, insieme a Piero De Masi, che di anni ne aveva 35 ed era l’incaricato d’affari dell’ambasciata si trovarono a gestirla nei giorni successivi al golpe. E fecero qualcosa di eccezionale. Non stettero a guardare.
600 cileni, donne, uomini e bambini si salvarono grazie a loro, accolti nella nostra ambasciata. Alloggiati e nutriti per settimane e mesi.
Militanti della sinistra cilena braccati dalla polizia, iniziarono a saltare il muro di cinta dell’ambasciata per trovare rifugio e protezione e avere salva la vita. L’ambasciata italiana fu una delle poche che in Cile accolse centinaia di persone che scappavano da morte certa. Roberto Toscano e Piero De Masi resistettero alle provocazioni della polizia politica di Pinochet. Ebbero anche l’abilità di gestire centinaia di persone che avevano storie politiche diverse, vecchie divisioni acuite dal golpe. Organizzarono il modo di fare studiare i bambini portati dai genitori o spesso lanciati direttamente oltre il muro nel giardino dell’ambasciata.


La gran parte degli “ospiti” dell’ambasciata trovano poi asilo politico in Italia, trovarono un lavoro si costruirono un nuovo futuro grazie alla solidarietà delle forze politiche della sinistra italiana PCI e PSI. Con la DC al governo che non ostacolo’ l’azione di salvataggio di Toscano e De Masi e favori’ che i rifugiati potessero arrivare in Italia. L’Italia non riconobbe mai il governo golpista di Pinochet ( della serie quando esisteva una politica estera).
C’e’ il bel documentario di qualche anno fa, di Nanni Moretti ” Santiago Italia” che ricostruisce la vita di diversi di questi profughi cileni. Così come ricorda il loro soggiorno nell’ambasciata italiana a Santiago. Merita vedere il documentario di Nanni Moretti in cui viene intervistato anche un carnefice della polizia segreta di Pinochet. Questo criminale di fronte alle domande incalzanti di Moretti, fa presente che gli era stato detto che sarebbe stata una intervista imparziale. Al che freddamente Moretti gli risponde che lui non e’ , non può essere imparziale.

Ci sono dei momenti commoventi, quando alcuni esuli ricordano il Cile della loro gioventù, i compagni e gli amici assassinati o scomparsi. Oppure quando ringraziano e ricordano quell’Italia di allora che li accolse con grande senso di solidarietà. E la paragonano all’Italia di oggi, purtroppo più chiusa e spaventata, spesso intollerante e razzista verso nuovi migranti.
Ricordandoci che c’e’ tanto da fare per ricostruire un paese più civile e democratico. Serve allora ricordare alcuni degli italiani migliori come appunto Roberto Toscano e Piero De Masi, il non essere eroi ma persone che continuano a dire, a distanza di anni, che non avevano fatto nulla di straordinario nel salvare la vita di centinaia di persone.
Non so cosa sia previsto oggi in Italia, per ricordare quella pagina drammatica del colpo di stato di Pinochet in Cile. Fossi una autorità dello stato, un leader di un partito politico italiano avrei organizzato una cerimonia per ricordare quel tragico avvenimento e per rendere omaggio a due grandi italiani: Roberto Toscano e Piero De Masi ( purtroppo scomparso da non molto).

50 anni fa, poche settimane dopo il colpo di Stato in Cile, facendo tesoro di quella drammatica vicenda, un politico italiano, si chiamava Enrico Berlinguer, sul settimanale del suo partito, Rinascita, scrisse un saggio, che fu pubblicato in tre parti, una per settimana, dove appunto partendo dal colpo di stato in Cile avanzava la proposta di “un nuovo grande compromesso storico” tra il PCI e le forze di espressione del mondo cattolico quali la DC per salvare il Paese.” Tra le forze che raccolgono e rappresentano la grande maggioranza del popolo italiano”.

Ma questa e’ un’altra storia che ci porterebbe lontano. Ma una storia che ebbe anche questa un drammatico epilogo, con il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro e della sua scorta. Probabilmente poteva essere diverso il nostro Paese. Molte forze e poteri occulti lo impedirono.

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