VIAREGGIO: IL FRONTE DEL MARE. QUANDO IL SOGNO DEL NUOVO MERCATO ITTICO DIVENTERA’ REALTA’?

Si procede a piccoli passi come fanno le formiche, ma comunque ci si muove! È una bella impressione sedersi ai tavoli del bar della Cittadella della Pesca curato dal noto Chef Cristiano Tomei e assaporare il lento tuffarsi del sole dietro l’orizzonte.

Non dobbiamo meravigliarci più di tanto se dal 2007, anno in cui la Giunta Marcucci approvò il progetto esecutivo del nuovo complesso ittico e mise nel cassetto due milioni e mezzo di finanziamenti per realizzarlo velocemente, tutto subì il blocco motori. L’ amministrazione di centrodestra del Sindaco Lunardini che successe alla precedente, poteva contare su un vicesindaco, un medico-pediatra conosciuto e stimato per la sua professionalità, che però si mise nella testa di realizzare, al posto dell’ittico, un club con uno store di grandi firme a disposizione del progettato porticciolo turistico e di spostare tutte le barche da pesca nella darsena storica dietro alla Torre Matilde. Anni persi in attesa che la sua brillante idea si facesse largo. Con un rimpasto di giunta venne invece sostituito: allora fu ritirato fuori dai cassetti il progetto del nuovo mercato e furono appaltati i lavori per la realizzazione.

Successivamente la crisi della giunta, il fallimento della ditta che stava eseguendo i lavori e l’arrivo del commissario prefettizio rimisero il blocco al motore. La categoria nel frattempo aveva fatto dei passi avanti incredibili: le diverse cooperative si erano messe d’accordo, superando vecchie e nuove divisioni e i personalismi e l’individualismo atavico, decidendo di costituirsi in Organizzazione di Produttori per gestire la nuova struttura e tutte le relative attività.

Una scommessa avanzata, che avrebbe potuto diventare un’esperienza pilota per la Toscana: ridurre l’intermediazione commerciale, garantire la valorizzazione delle specie locali, migliorare la redditività delle singole imprese di pesca e, non ultimo, garantire con una pesca responsabile le corrette fasi del ripopolamento. Poi arrivò l’Amministrazione Betti che deluse in un battibaleno tutte le migliori aspettative che si erano create. Si mise in testa che le attività della ristorazione dovevano essere separate dalla gestione delle vendite e date in mano a qualche privato; che non si poteva affidare la struttura all’organizzazione dei pescatori senza passare da una gara pubblica mentre intanto, l’edificio abbandonato all’incuria si degradava, giorno dopo giorno, in attesa di un bando per la ripresa dei lavori.  Un breve periodo amministrativo caratterizzato, su questo aspetto, da spostamenti frequenti di personale e ritorni nei vecchi ruoli di figure dirigenziali poco prima sostituite, crisi nella gestione pubblica del mercato ittico, lievitazione delle spese comunali e, sul piano politico, dalla distruttiva conflittualità correntizia interna al Pd.

Poi, di nuovo, lo scioglimento del consiglio comunale e l’arrivo di un commissario prefettizio e siamo al 2015. Dopo comincia l’esperienza amministrativa di Del Ghingaro il quale dichiarò di voler realizzare il progetto, terminare i lavori e affidare la struttura all’organizzazione dei produttori. Si mosse con coerenza: ripresero i lavori e nel 2019, proprio durante la campagna elettorale per le elezioni comunali, la struttura venne inaugurata. C’era grande attesa ed entusiasmo tra la categoria, ma nella fretta propagandistica ci si dimenticò di verificare preventivamente lo stato effettivo dei lavori.

Quando tutti si aspettavano una apertura a breve emersero lacune, imperfezioni, difficoltà sul versate delle normative igienico sanitarie e alcune dimenticanze come le pensiline. Un vero report pubblico sullo stato dell’arte non fu mai fatto ed illustrato in consiglio comunale. Si collezionò così un nuovo ritardo: tra problemi procedurali, lavori rinviati, il palleggio dei permessi e delle autorizzazioni tra vari Enti, qualche perplessità dirigenziale.

Insomma, da Betti ad oggi trascorrono ben 7 anni. Del Ghingaro comunque ha mantenuto l’altro impegno preso in campagna elettorale e ha affidato la struttura alla gestione della Cittadella dimostrando, nei fatti, che tutte le eccezioni, i dubbi, le perplessità precedenti erano pretesti, che spesso nascondevano interessi diversi per la sua utilizzazione.

Dopo l’inaugurazione sono seguiti quasi quattro anni di periodici annunci e articoli sui giornali sulla definitiva apertura del nuovo ittico: tutte le date indicate sono però slittate e senza che si siano stati evidenziati con chiarezza e precisione i problemi e le difficoltà presenti, compreso quelle burocratiche . Ora siamo forse ad una svolta?

La Cittadella della Pesca è protagonista, assieme a molti altri soggetti , di un progetto più generale che è risultato il quarto a livello nazionale e che quindi sarà finanziato dai fondi del PNNR. Un progetto che fa leva sulle filiere, sulla valorizzazione dei produttori e della risorsa ittica. Quello che nel passato poteva esser un punto di difficoltà- i finanziamenti e le risorse necessarie – potrebbe essere a breve risolto.

Ci chiediamo se non sarebbe utile una mini conferenza per fare il punto dell’esatto stato dell’arte e, una volta per tutte e pubblicamente, fornire precise informazioni : sui lavori che restano da completare per poter aprire tutte le attività, a chi spettano e con quali tempistiche previste ; sul trasferimento delle attrezzature dal vecchio mercato alla Cittadella e relativa tempistica , operazione che potrebbe essere sostenuta da risorse regionali; sul completo cronoprogramma fino alla inaugurazione effettiva e vera della struttura.

E’ un problema di chiarezza e di necessaria informazione della città! La pesca non può essere o diventare un settore corporazione: è stato e continua ad essere, infatti, un elemento trainante delle attività produttive cittadine! Il progetto presentato della Cittadella si muove tra la valorizzazione delle filiere, un’attività di educazione e formazione ed eventi specifici che si articoleranno attorno al cuore pulsante della struttura: il mercato e l’asta elettronica, il centro di insacchettamento, il progetto del pesce abbattuto- sfruttando un brevetto innovativo della cooperativa Mare Nostrum- già in funzione da alcuni anni assieme al servizio di vendita a domicilio e alle mense scolastiche, anch’esso già operativo da anni.

L’apertura del bar, in attesa di tutto quello che ancora deve essere definito e completato, è un evento positivo e il successo che sta riscuotendo è incoraggiante per il prosieguo. Le attività del bar e della ristorazione sono funzionali al disegno complessivo e dovrebbero fornire risorse aggiuntive da indirizzare al potenziamento dei progetti e delle attività principali del mercato. Tra gli indirizzi possibili della gestione si è scelto quello di affidarsi alla professionalità e all’esperienza di un grande Cheff.

Deve rimanere fermo però il principio dello scambio sociale della cooperativa Organizzazione dei Produttori: i pescatori devono avere un ritorno economico, una maggiore redditività e la valorizzazione del prodotto locale e delle specie meno utilizzate che spesso, in maniera sbagliata, vengono catalogate come pesce povero.

La sera scorre tranquilla tra i tavoli della terrazza e il servizio e la qualità delle portate sono veramente ottimi. Ora si capisce meglio il perché di tante resistenze: il nuovo mercato ittico è bello, in posizione straordinaria e questo, probabilmente, aveva scatenato appetiti di soggetti e gruppi che, in strategie coordinate con pezzi di apparato comunale e della politica, avevano pensato di metterci il cappello sopra.

La struttura ora è affidata alla gestione dei produttori e noi ci auguriamo che riescano, assieme alla propria dirigenza, a fare quel deciso passo in avanti, dimostrando che organizzandosi, unendosi ed utilizzando adeguate professionalità la categoria può davvero scrivere un’altra storia.

Il Sindaco Del Ghingaro, a parte i forzati utilizzi elettorali che ne ha fatto e gli ulteriori anni di ritardi accumulati nell’avio del nuovo mercato, ha comunque mantenuto una certa coerenza che ora, però, non ammette più rinvii o sotto tracce e richiede date, impegni, convergenza tra gli enti e un chiaro programma esecutivo. Se si è tuffato con tanto ardore ed impegno in progetti quantomeno avventuristici potrebbe metterci la stessa lena per realizzare compiutamente questo, chiudendo quel cerchio maledetto di sospetti, incomprensioni, ritardi, interessi divaricanti che lo hanno accompagnato fin dall’inizio, pur avendo i finanziamenti in cassaforte.

Vedremo!  Una cosa è certa: se ci volessero ancora molti mesi o anni, per dare il via completo all’Ittico e alla sua inaugurazione vera, sarebbe un’altra, l’ennesima occasione persa. In tal caso, anche la scelta dell’apertura del bar non riuscirebbe a reggere senza il contemporaneo e parallelo sviluppo armonico di tutte le altre attività, compresa la principale: vendere il prodotto e ristornare gli utili complessivi sui progetti e sui produttori, gestire e valorizzare, attraverso  piani adeguati, la risorsa ittica.

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