GIOVANNI LAZZARINI…MENGHINO. VIAREGGIO TI RICORDA CON LA MOSTRA ANTOLOGICA”APPRODI”

Venerdì 30 Giugno al Museo della Marineria di Viareggio è stata presentata la mostra antologica “Approdi” che verrà inaugurata il prossimo 8 Luglio a Villa Paolina in occasione dei 100 anni dalla nascita di Giovanni Lazzarini.

Lazzarini, per tutti Menghino, è stato un artista importante per la città. Un artista poliedrico che è passato da stili diversi, pittore ma anche scultore, incisore, costruttore di carri per il Carnevale di Viareggio. Celebrare un artista che ha dato tanto alla sua città è una bella e meritoria iniziativa. Proprio per questo ci auguriamo che la mostra possa essere di stimolo ad altre iniziative per recuperare e riportare all’attualità artisti che hanno lasciato, come Menghino, un segno indelebile e hanno contribuito, in modi diversi e ciascuno con le proprie caratteristiche, a valorizzare la propria città, alla quale hanno dedicato parte della loro vita e del loro lavoro.

Menghino era un comunista fin da ragazzo, un antifascista, un uomo libero che non mancò di lasciare, anche nella vita politica e culturale di Viareggio un segno indelebile. Partecipe delle grandi passioni civili del dopoguerra, fu un militante di quell’intellettuale collettivo che era il Pci, fino a quando le sue idee di rivoluzione non trovarono più nel Partito una comoda casa in cui convivere. Questi orientamenti anticiparono e accompagnarono le grandi trasformazione del novecento: il 68, la rivolta studentesca, il fascino della tigre maoista, le trame nere, quel fascismo ancora aggrappato alla fiamma del tricolore che cercava di rialzare la testa e che nel proprio corpo conservava gruppi eversivi che volevano sovvertire le istituzioni democratiche.

Il suo cammino di artista è intrisecamente legato al cammino del Menghino impegnato nella vita politica e in quella civile. I suoi carri, in quella Viareggio che si divideva e parteggiava attivamente per sostenere il proprio artista costruttore o la compagnia preferita della Canzonetta, che tifava sfegatatamente per i propri beniamini, segnarono molte edizioni del carnevale: la sua satira era graffiante e incisiva ma anche di facile comprensione. Allora non c’erano bannati, i messi all’indice: c’era confronto accanito ma anche dialogo, c’era ascolto reciproco anche se su scogli diversi e c’era il rispetto per l’avversario. Questo nel Pci ma anche altrove.

Giovanni era disponibile a discutere, ascoltava gli altri: il dialogo era la linfa per le sue creazioni, per il suo lavoro di artista. La presenza per le vie, nei luoghi di ritrovo era la spinta per le sue tele, per i murales, per i lavori cromatici e vivaci di incisone sul vetro, per le sue sculture. In questo c’era sicuramente un collegamento con la tradizione vianesca.

Quei volti di operai e pescatori erano la realtà del mondo a cui guardava Menghino, quel popolo che il potere cercava di tenere al di fuori dalle stanze di comando: per questo le loro condizioni economiche e di vita andavano rappresentate, messe in luce, portate alla ribalta. Il suo rapporto con il sindacato della Cgil negli anni ottanta sta proprio alla base di questa visione che aveva della società e della politica. Quel dipinto alla mensa della Sec parlava ogni giorno agli operai e ai lavoratori che sedevano a consumare il pasto prima del rientro sul posto di lavoro; il murale alla Camera del Lavoro e quello alla Chiesetta del Porto dei Preti Operai è un’altra testimonianza del rapporto intenso, diretto, partecipato con la causa del riscatto sociale.  La mostra “Approdi”, che è stata curata dalla figlia Giovanna Lazzarini, da Carlo Lippi, Elisa Tamburrini, Lodovico Gierut e Marilena Cheli Tomei, ha il patrocinio del Comune di Viareggio, la partnership della Fondazione Banca del Monte di Lucca, dell’Associazione Culturale Tambuca e del Comitato Archivio Artistico Documentario Gierut.

Don Luigi intervenuto alla presentazione ha scritto il giorno dopo sul proprio blog un pensiero che riportiamo di seguito:

Quanto bel ricordare!
Da pochissimi anni in Darsena, alle prime armi con il cantiere, rientravo per il pranzo veloce condiviso alla Chiesetta con Sirio e Maria Grazia. Beppe imbarcato. Ma una tavola spesso allargata a Menghino e ai suoi “discepoli” impegnati nel murale di fronte all’allora ancora vivece mercato del pesce.
Vita di famiglia allargata.
Sirio e Giovanni, i nostri grandi vecchi, impegnati a cercare lavoro per i giovani. Muri da affrescare di scene vive del lavoro umano ancora abbondantemente dovuto alla sapienza delle mani.

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