Caos gare per i bagni Politica e categorie prese incontropiede dal Consiglio di Stato

Per Fipe-Confocommercio «un gran polverone in piena campagna elettorale» I partiti di maggioranza e d’opposizione si accusano reciprocamente «Sconfessata la mappatura». «No, la deroga è prevista dalla Direttiva»

Come un nuvolone carichi di pioggia martedì sera, alla vigilia del Ponte del Primo Maggio già fradicio, è arrivata la doccia fredda del Consiglio di Stato sugli stabilimenti balneari. Con la sentenza 03940/2024, relativa ad un ricorso del 2023 presentato dal proprietario di uno stabilimento balneare di Rapallo, i giudici hanno sottolineato l’obbligo per i Comuni di «disapplicare le deroghe» confermando la scadenza delle concessioni al 31 dicembre dello scorso anno. Dal punto di vista giurisprudenziale, l’unica novità è che il Consiglio di Stato per la prima volta in una sentenza contesta il fatto che «la risorsa spiaggia non sia scarsa», come invece sostenuto dal governo nella mappatura inviata a Bruxelles. Ma c’è di più. Gli stessi giudici del Consiglio di Stato, sempre martedì scorso, con un’altra ordinanza (la numero 3943/24), hanno rilevato l’impossibilità «di disporre le gare» perché ancora si è in attesa della decisione della Corte di Giustizia Europea sugli indennizzi da riconoscere ai concessionari uscenti. E ora?
«Dopo anni di incertezze, il momento è oltremodo caotico». Un caos che secondo il presidente dei balneari del Lido, Marco Daddio, «Oltre a frenare gli investimenti, sta minacciando l’intera programmazione turistica con gravi riflessi su tutto il territorio. Per questo – aggiunge – è arrivato il momento che il Governo prenda una posizione. Che traduca in legge la mappatura e adotti un provvedimento per tutelare le imprese balneari. Anche perché a giorni è atteso il pronunciamento delle Corte di Giustizia sul tema degli indennizzi, e a quel punto molti Comuni potrebbero iniziare con le aste» . Secondo il presidente del Sib, il sindacato Italiano balneari, Antonio Capacchione: «È grande il polverone sulla questione balneare complice la campagna elettorale già in atto». Lo scontro è infuocato. Il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani, assicura che «Il governo sta lavorando per cercare una soluzione in dialogo con l’Unione Europea». Non commenta le decisioni del Consiglio di Stato, «però – aggiunge – bisogna trovare una soluzione, sia pure nel rispetto delle normative comunitarie, che non penalizzi migliaia di imprese». ll deputato maremmano del Pd, Marco Simiani, non risparmia la stoccata: «Il problema – interviene – è che sui balneari questa destra ha solo perso tempo per opportunismo elettorale finendo per penalizzare tutti: in primo luogo gli imprenditori del settore, poi gli enti locali che sono rimasti con il cerino in mano, costretti a convivere con la mancanza di un quadro normativo fondato sulla certezza giuridica, e infine le casse dello Stato che ha perso introiti per i ritardi sulle gare».

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