Rimodulato il contratto Rai per l’antenna televisiva installata a Pedona: da 2,58 euro annui a 3.300 euro annui

L’Assessore all’Innovazione Tecnologica Graziano Dalle Luche annuncia il superamento e la conseguente rimodulazione di una storica convenzione tra Comune di Camaiore e Rai, che vedeva corrisposta all’Ente pubblico una somma irrisoria, diventata ormai simbolica, per la concessione di un appezzamento di terreno utile a installazioni logistiche.

Assessore all’innovazione tecnologica Graziano Dalle Luche (RinnovaMenti)

La Rai, infatti, ha un’antenna Tv installata sul territorio di Camaiore, nel centro del paese di Pedona, per cui venne firmato nel 1961 un accordo con il Comune: un contratto ventinovennale, a scadenza, quindi, nel 1990, che imponeva alla Rai il pagamento di 5000 lire (pari a 2,58 euro) annue, da corrispondere al Comune, per l’appezzamento di terra ove l’antenna è ubicata.

Il contratto fu tacitamente rinnovato nel 1990 per altri ventinove anni e poi ancora una volta, nel 2019. 

A fine 2022, dopo alcune settimane di contatti con l’azienda televisiva intrattenuti dall’Assessore all’Innovazione Tecnologica Graziano Dalle Luche, è stato stipulato un nuovo contratto, da rinnovare ogni nove anni e con decorrenza dal 1 gennaio 2022: un importo di 30 mila euro totali, circa 3.300 euro annui. Inoltre, è stata concordata l’installazione gratuita, per il Comune, di ponti radio di Protezione Civile e di pubblica utilità in genere sul terreno oggetto di contratto.

“Si tratta di un impegno che da tempo mi ero mi ero ripromesso di portare a termine – commenta l’Assessore all’Innovazione Tecnologica Graziano Dalle Luche -. Era quantomeno ridicolo e ingiusto che un’azienda come la Rai pagasse così poco da diversi decenni per un servizio e una concessione tanto importante: finalmente abbiamo rimodulato il contratto, passando da 2,58 euro annui a 3.300 euro annui, dando il giusto peso finanziario a questo accordo di assoluta rilevanza pubblica. Adesso il prossimo impegno, per cui ci stiamo già muovendo, è quello di abbassare l’intera struttura, ormai obsoleta e inutilmente alta, così da renderla il meno impattante possibile nell’ambiente paesano circostante”.

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