FAVORIRE LO SVILUPPO DEL TERRITORIO E DELLE AZIENDE MERITEVOLI:LUCI ED OMBRE DEL SISTEMA BANCARIO! Riflessioni e valutazioni in un articolo di Gianfranco Antognoli

Luci ed ombre sul sistema bancario: utili record (vedi anche la banca cooperativa della Versilia che annuncia il bilancio 2023 e amplifica un risultato reddituale peraltro modesto se confrontato con i dati nazionali del sistema), quindi dividendi in salita per le banche e sportelli e dipendenti in forte calo. Una contraddizione che non può certo pesare sulle imprese, sui dipendenti e sui clienti delle banche. Lo sviluppo economico si ottiene infatti, come ben noto, in modo diverso da questa impostazione: favorendo gli impieghi a favore delle aziende che investono, questi appunti e riflessioni speriamo possano favorire un dibattito, ma soprattutto la crescita di un territorio come la Versilia dove la banca locale che fra l’altro per condizione giuridica non ha scopo di lucro deve essere ‘Banca del territorio’.

Vediamo allora La oggettiva verità sul ruolo e sulle azioni azioni possibili e doverose del sistema bancario nell’attuale congiuntura economica: quale contributo deve esserci per lo sviluppo possibile?  Ebbene Se le banche, a tutti i livelli- locale e nazionale – non danno capitali alle imprese che meritano e che vogliono crescere viene meno il loro ruolo in economia. Magnificare gli utili prodotti principalmente poi dai margini finanziari e’ una dichiarazione che diminuisce l’importanza ed il ruolo sistemico delle banche nello sviluppo economico possibile e credo che non sia certo un merito di amministratori che non hanno responsabilità e che non sembrano guardare e programmare oltre il proprio ‘orticello’.

Riesaminiamo la situazione generale: NON E’ VERO CHE ‘IL CAVALLO NON BEVE’ come dichiarano alcuni banchieri interessati. Uno studio approfondito sulle banche italiane comparato con l’esame a livello europeo eseguito da UBS (Unione Banche Svizzere) lo dimostra in modo inequivocabile. Altra questione connessa e’ l’offerta del credito e la rete degli sportelli bancari in Italia (in due anni sono scomparsi tanti sportelli quanto una intera banca fra le prime 5 delle più’ importanti nel nostro Paese. Un recente studio sindacale (Bilanci Bancari: il biennio d’oro’) elaborato dalla FISAC CGIL relativo ai risultati di bilancio dei primi 7 gruppi bancari italiani lo certifica e lo dimostra in modo chiaro ed esplicito. Due effetti si registrano ‘a specchio’ dall’esame condotto sui numeri, quindi si tratta di valutazioni oggettive senza ‘sconti’ per nessuno dei cd ‘poteri forti’.

Le banche hanno avuto utili record per effetto della crescita del margine di interesse  e relativi dividendi , ai massimi storici, riconosciuti agli azionisti in sede di assemblea che stanno approvando   i rispettivi bilanci di esercizi. Tutto questo mentre continua la riduzione dei dipendenti (-4.300) e sportelli (-1000) quale  leva per la gestione dei costi operativi e mentre continuano a calare, anche per il primo trimestre 2024, i finanziamenti alla clientela (specialmente alle PMI in modo significativo per i prestiti a Media lunga scadenza che accompagnano gli investimenti produttivi). Una situazione quindi che non puo’ lasciare indifferenti le autorità monetarie, governo e parlamento se vogliamo essere seri e coerenti ….

Ora facciamo un cenno sintetico alla nostra economia versiliese: si può dire che sostanzialmente siamo in lieve crescita ma fortunatamente non in recessione. La nautica va a gonfie vele con ordini fino al 2027, il turismo vede avanti a sel’ una stagione estiva positiva propiziata e allungata, speriamo, non Solo da un clima favorevole ma anche da tanti eventi culturali importanti (su tutti il centenario di Puccini). L’edilizia, finita la droga dei bonus e superbonus, si posiziona su un mantenimento non negativo per domanda e occupazione, anche l’agricoltura delle serre ha superato il suo momento peggiore. Il Commercio vede continuare una crisi strisciante delle piccole attività che però, come e insieme all’artigianato, possono beneficiare di un turismo in buona salute.

In questo quadro occorre, anche per la nostra zona, favorire le aziende – non solo della nautica – che vogliono investire per crescere in quantità ma anche nella qualità dell’offerta che le rende più competitivi sui mercati. Il ruolo delle banche, anche per la Versilia, appare dunque importante e decisivo anche se ovviamente i centri decisionali, con l’eccezione della banca di credito cooperativo di Pietrasanta si trovano come ben noto fuori dal nostro territorio, anche regionale. Le banche quindi in generale con sempre piu’ utili di bilancio e meno sportelli, non solo per il risiko bancario che continuerà, ma anche per il FRENO  ALLA EROGAZIONE DI MUTUI E PRESTITI ANCHE IN QUESTO SCORCIO DI 2024.

Ora vediamo gli effetti e le prospettive di un rapporto indispensabile, quello fra BANCHE E IMPRESE per il destino del Paese, il pezzo che segue, già pubblicato, può essere ripreso solo per capire che la Versilia non e’ l’isola di sant’Elena ma uno spicchio d’Italia. Nel 2023 le banche italiane hanno fatto registrare utili record (piu’ 64% rispetto al 2022) soprattutto i primi 5 gruppi bancari del ranking nazionale. Il dato,si osserva nel report sindacale,  e’ spinto in alto dalla crescita del margine di interesse che ritorna dopo un decennio a rappresentare quasi il 60% dei ricavi (l’utile per addetto medio sfiora il 92.000 euro/addetto in aumento dell’83% rispetto al 2022. Merito principale della stretta monetaria della BCE che per combattere l’inflazione ha alzato i tassi ( pressoche’ da zero al 4.5% attuali) . In questo modo e’ schizzata in alto la redditività delle banche basata principalmente sul margine di interesse finanziario rispetto al margine di profitto per impieghi.

Piu’ ricche, ma anche piu’ lontane dai territori di riferimento e soprattutto meno disponibili con le PMI che hanno la necessita’ di accompagnare (con finanziamenti a medio lungo termine) gli investimenti produttivi che esse debbono affrontare. Vediamo le motivazioni delle chiusure programmate degli sportelli, ma una vale piu’ di tutte: la necessita’ di realizzare utili, ammortizzando i costi fissi.  Le filiali continuano a diminuire. Lo scorso anno sottolinea la FISAC CGIL i primi 7 gruppi bancari hanno chiuso 1.000 filiali, una riduzione dell’8,3%. C’e’ per la verita’ anche un fatto comunque  positivo: ancor prima delle decisioni della BCE (che dovrebbe diminuire il tasso di riferimento non prima di giugno prossimo): i tassi di mercato sono gia’ scesi dalla fine del 2023 e la diminuzione continua in questo inizio 2024.

La BCE precisa peraltro come le banche, specialmente quelle italiane, abbiano continuato ad inasprire i criteri dei prestiti (al consumo e soprattutto verso le PMI). Il primo trimestre 2024, dopo una diminuzione preoccupante a fine 2023, ha registrato un’ulteriore stretta sulle concessioni del credito stimabile in un più 3% che non e’ poco sommata a quella realizzata nel corso di tutto l’anno 2023. Anche l’associazione bancaria italiana nel suo ultimo rapporto registra un calo dei prestiti a febbraio 2024 nei confronti di famiglie e imprese misurabile in un meno 3% circa annuo, una percentuale significativa. Un ‘credit crunch ‘ che non si giustifica visto che le banche italiane godono ottima salute con bilanci in netto miglioramento e sofferenze in positivo calo di percentuale rispetto ai performing.

Le banche come noto hanno vinto anche la ‘grande’ partita con il Governo sulla cosiddetta tassa sugli extraprofitti non versando di fatto nessun euro in piu’ in tasse allo Stato  ma rafforzando il proprio patrimonio accantonando  i copiosi utili prodotti. La giustificazione dell’Abi che ‘il cavallo non beve’ per il deterioramento del quadro macroeconomico nazionale non e’ sostenibile né dimostrabile. E’ l’offerta di credito che e’ diminuita con una griglia di valutazione per accesso al credito fatta ‘a maglie piu’ strette’ in tutto il 2023 e confermata in negativo per le aziende e le famiglie anche nel primo trimestre 2024. Un recente studio di UBS pubblicato anche sulla rivista ‘Milano Finanza’ ha analizzato puntualmente le componenti del margine di interesse per le banche europee mettendole a confronto. Dallo studio, certamente autorevole, compiuto dall’aggregato finanziario piu’ importante in Europa, UBS, emerge chiaramente che e’ l’Italia il paese in cui la stretta creditizia e’ stata di gran lunga più pronunciata ( con un PIL peraltro in modesto aumento,  ma in aumento e non in contrazione).

Nell’importante studio dell’ UNIONE DELLE BANCHE SVIZZERE emerge che le banche italiane sono tra le piu’ profittevoli in Europa, nei guadagni dall’intermediazione del denaro con tassi di remunerazione sugli impieghi fra i piu’ alti nel continente. Contemporaneamente le banche italiane sono quelle che piu’ delle altre hanno stretto la cinghia sui prestiti all’economia reale privilegiando di fatto la intermediazione finanziaria che non produce ricchezza per l’economia generale, ma solo per i bilanci degli istituti di credito e dei loro azionisti.

Concludendo c’e’ da osservare che la stretta ha riguardato tutte le piu’ grandi banche italiane: l’unica tra le prime 5 nel nostro paese con un saldo positivo e’ Banca MPS  che significa oltretutto che volendo si puo’ spingere l’acceleratore dello sviluppo economico industriale. L’augurio e’ che d’ora innanzi prevalga il senso di responsabilita’ di tutto il sistema nei confronti del ‘Paese reale’ e anche l’ABI e le autorita’ monetarie si pongano il problema: e’ evidente che l’accelerazione possibile della nostra economia si fa solo con gli investimenti pubblici e privati (non solo con gli stati di avanzamento pur importanti del PNRR) e che per fare gli investimenti produttivi che creano lavoro e ricchezza ci vogliono i finanziamenti della Banche.

La nostra economia fortunatamente non e’ andata in recessione nonostante le avversita’ geopolitiche che interessano i mercati, ma occorre sicuramente pilastrare le positivita’ dei meccanismi produttivi in atto migliorando l’attenzione che merita la PMI nell’equilibrio generale (gia’ peraltro messa a dura prova dalle circostanze che sono seguite al conflitto Russia/Ucraina prima e a quello mediorientale poi).

Un rapporto diverso BANCHE IMPRESE e GOVERNO del paese si impone per non far avvitare pericolosamente il sistema e spingere imprenditori ed anche i sindacati verso un rinnovato patto per lo sviluppo economico e occupazionale. Concludendo,a mio avviso, non  c’è’ da magnificare gestioni più o meno intelligenti ma lavorare invece sodo e convintamente, con grande impegno concreto e operativo, per favorire lo sviluppo vero delle aziende meritevoli che esprime il comprensorio.

di GIANFRANCO ANTOGNOLI –  CONSULENTE CONCREDITO, gia’ professore a contratto presso la facoltà di Economia dell’Universita’ di Pisa.

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