Due pesi due misure. Rabin: “La via della pace è preferibile alla via della guerra”.

Sette cooperanti di una organizzazione umanitaria sono stati uccisi,nei giorni scorsi, dall’ esercito israeliano. Si chiamavano Zomi, Damian, Saif, John, Jacobs, James Henderson e James Kirby. Erano australiani, polacchi, inglesi, palestinesi. Cittadini del mondo. La parte migliore.
Zomi, australiana poco prima di partire per Gaza aveva scritto ” Abbiamo sentito parlare di città assediate, senza cibo, elettricità, acqua. È ora di scendere in campo”.


Andavano a portare solidarietà, un aiuto concreto al popolo palestinese e sono stati tutti uccisi. Ma le proteste della comunità internazionale, in particolare dei paesi europei sono state flebili, il minimo sindacale, proprio per mostrare un minimo di decenza. Così come l’ indignazione passeggera degli organi di informazione, soprattutto nel nostro Paese.
Quasi tutti allineati. E mi viene da pensare che iniziative avrebbero invece assunto i governi europei, la comunità internazionale, quali titoli indignati da parte della stampa italiana, se fossero stati uccisi quei poveri cooperanti magari per mano dell’esercito russo. ( E lo ripeto per chi fa orecchie da mercante, per me Putin è un criminale dittatore. Così come un criminale è Netanyahu).
Sepolcri imbiancati!

Due pesi e due misure, appunto. Purtroppo è tristemente così, oltre 30.000 palestinesi uccisi, in gran parte bambini, non fanno notizia. E nemmeno i 7 cooperanti della ONG. Con amarezza bisogna constatare che anche nell’ essere uccisi si deve quindi scegliere bene da parte di chi, per avere riconosciuta un po’ di considerazione. È proprio “Guasto il mondo” come titolava un bel libro dello storico Tony Judt.

Perché si permette ad Israele di ignorare la ultima risoluzione delle Nazioni Unite sul Cessate il fuoco?
Servirebbe la politica per ricucire le ferite di questo mondo. Per fermare la guerra in Ucraina ed avviare una faticosa trattativa . Sarà lunga e difficile ma non vi è alternativa se vogliamo evitare che continuino a morire sui due fronti giovani innocenti ed assistere a una ulteriore escalation del conflitto che produrrà ulteriori distruzioni e lutti.

Ho ascoltato pochi giorni fa un intervento di Massimo D’Alema e condivido le sue riflessioni ” ..in questi Paesi ( Brasile, India, Cina) i responsabili politici ragionano su possibili piani di pace tra Russia ed Ucraina, possibile che in Europa non ci sia nessuno che ragiona su questo? Io lo trovo abbastanza incredibile. Questo non significa abbandonare l’Ucraina, anzi significa aiutare l’ Ucraina a trovare una via d’uscita da una tragedia. Con tutto il rispetto per Macron che fa dei discorsi sull’invio di soldati dei Paesi europei a combattere e chi non lo capisce è un codardo, però il giorno dopo il bombardamento lo fanno in Ucraina e non su Macron.

Dobbiamo stare attenti ad una narrativa bellicosa di chi sta tranquillamente a casa sua e non in prima linea pagando ogni giorno un prezzo altissimo in vite umane. Io non credo proprio che questa visione bellicosa trovi consensi o possa essere un punto di vista di una forza democratica di sinistra. La guerra è una tragedia. Io sono tra quelli che ritengono che si dovesse aiutare l’ Ucraina di fronte all’ invasione russa, ma andava aiutata per metterla in condizioni di poter negoziare senza essere travolta.”
E per dare finalmente, dopo decenni di oppressione una terra ed una patria al popolo palestinese e al tempo stesso garantire la sicurezza di Israele. Hamas è una organizzazione terroristica macchiatasi di atti criminali inauditi come la barbara uccisione di centinaia di ebrei lo scorso 7 ottobre.

Ma attenzione: quel drammatico conflitto non nasce in quella tragica data, ma deriva da decenni di occupazione israeliana in violazione del Diritto internazionale, con la continua cacciata dei palestinesi dalle proprie terre per realizzare nuovi insediamenti. Ci vorrebbe e ci vuole la politica e la diplomazia, non le armi. Anche se in questo tempo plumbeo chi invoca la Pace come Papa Francesco ed il segretario generale dell’ ONU Antonio Gutierrez ( una bella figura) viene sbeffeggiato. E coloro che manifestano per il Cessate il Fuoco, vengono considerati “utili idioti”. Ahimè purtroppo anche da qualche sedicente personalità del centrosinistra italiano.

Io ritengo che sia un grave errore sventolare tra i propri valori quello dell’ atlantismo, come talvolta sento dire. Siamo proprio sicuri, senza discutere le alleanze internazionali, che però rappresenti addirittura un valore di cui menare vanto? Temo che in buona parte del mondo, nei paesi emergenti sullo scenario internazionale non siamo e non saremo capiti, in un mondo che sempre più sarà multipolare, presentandoci come paladini di un atlantismo che per tante buone ragioni, storiche ed attuali non risulta particolarmente apprezzato.

Pio La Torre, segretario regionale del PCI siciliano, assassinato poche settimane dopo, per la sua lotta contro la mafia e contro i missili in Sicilia, il 4 aprile del 1982 promosse una grande manifestazione, oltre centomila partecipanti, a Comiso, contro l’ installazione degli euromissili. Anche allora venivano mosse accuse contro il movimento pacifista, in quel caso di filosovietismo. Non era vero perché quel movimento chiedeva un’Europa senza missili, dal Portogallo agli Urali.
I successivi accordi di Ginevra tra Reagan e Gorbaciov sancirono il ritiro degli SS 20 sovietici e dei Cruise americani che si volevano installare a Comiso.

Ieri, come oggi la via della pace era quella giusta. Ha scritto Adriano Sofri: “Yitzhak Rabin ricevette il Nobel per la Pace nel 1994, insieme a Peres e Ararat. Era stato da sempre un combattente e poi un militare di carriera, capo di stato maggiore e vero responsabile della vittoria nella guerra dei sei giorni e ministro della Difesa. Era primo ministro dal 1992, e quando patrocinò gli accordi di Oslo. Nel 1995 fu assassinato da un fanatico israeliano di estrema destra, che era contrario al processo di pace e lo considerava un traditore. Amir, è il nome dell’ assassino di Rabin, è eroe della destra religiosa nel governo attuale di Netanyahu.

Nel suo ultimo discorso, prima di essere ucciso, Rabin aveva detto: “La via della pace è preferibile alla via della guerra. Ve lo dice uno che è stato un militare per 27 anni”…… continua Sofri ” un mio amico mi dice che tutto è diventato molto più disperante. Dice che quei capi militari e politici (Moshe Dayan, Rabin, Begin, Sharon) avevano conosciuto le guerre, sentivano intimamente la precarietà e l’ ambivalenza del rapporto con gli arabi, erano intellettuali pieni di lauree, mentre i capi di oggi sono nati negli anni ’60 e conoscono solo l’ esercito di occupazione. “Sono sergenti diventati generali. Basta ascoltarli”.
Per questo continuo a pensare che avesse ragione il grande scrittore israeliano, Amos Oz quando scriveva ” …sono un gran fautore del compromesso. So che questa parola gode di pessima reputazione nei circoli idealistici d’Europa, in particolare fra i giovani. Il compromesso è considerato come una mancanza di integrità, di dirittura morale, di consistenza, di onestà. Il compromesso puzza, è disonesto.

Non nel mio vocabolario. Nel mio mondo, la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c’è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso non è integrità e nemmeno idealismo e nemmeno determinazione o devozione. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte…..Permettetemi allora di aggiungere che quando dico compromesso non intendo capitolazione, non intendo porgere l’ altra guancia a un avversario, un nemico. Intendo incontrare l’altro, più o meno a metà strada. Comunque non esistono compromessi felici: un compromesso felice è una contraddizione. Un ossimoro.”
Tra pochi mesi ci saranno le elezioni europee. La sinistra europea dovrebbe e deve tornare ad essere protagonista affinché l’ Europa si caratterizzi come elemento e forza di Pace, per favorire soluzioni diplomatiche che permettano la fine dei conflitti in corso.

Facendo leva sulle migliori tradizioni della sinistra europea e su quei leader lungimiranti come Willy Brandt, Olof Palme, Enrico Berlinguer, Bruno Kreisky che avendo conosciuto gli orrori della guerra sul nostro continente, erano consapevoli che il ruolo dell’ Europa doveva essere quello di costruttore di Pace, di impegno per una riduzione bilanciata degli armamenti e non di un incremento delle spese militari, di cooperazione tra i popoli e gli stati, di lotta al sottosviluppo e alla povertà, di un nuovo ordine economico internazionale.

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