Gianfranco Antognoli: Il futuro dell’economia viareggina e versiliese dipende principalmente da grandi eventi e dall’allargamento della stagione turistica.

Viareggio Dopo il 2023 del Carnevale, il 2024 di Giacomo Puccini. L’economia viareggina – e più in generale versiliese – dipende sempre di più da eventi in grado di richiamare persone e quindi soldi da fuori zona, meglio se lontano dai mesi estivi, quelli canonici della stagione balneare.

E così, a fianco di un’industria nautica sempre più forte e importante e agli altri comparti che qui producono lavoro e ricchezza (dal marmo all’edilizia), è al turismo che bisogna guardare per capire se l’anno che sta per arrivare porterà benessere o crisi. Come spiega bene Gianfranco Antognoli, ex vice direttore generale di Banca Toscana e direttore generale Mps Leasing e factoring, fondatore di Concredito e dell’agenzia Aura Intermedia (da un anno operativa in via Garibaldi), monomandataria unica per la Toscana di Banca Progetto, la più importante banca Fintech italiana.

Innanzitutto un bilancio: il 2023 che anno è stato per Viareggio e la Versilia?

«Partiamo dal turismo, che rappresenta ben oltre il trenta per cento del nostro pil. Il 2023, dopo una partenza brillante trascinata da un Carnevale eccezionale e aiutata dal bel tempo, con una Pasqua e un inizio di estate molto positivi, a un certo punto ha frenato. Fino a luglio il turismo è cresciuto bene, ad agosto meno, sia per l’attrazione esercitata da paesi esteri (in particolare Albania e Croazia) sia per il fatto che i giorni di vacanza degli italiani sono stati di meno. Per tre motivi: l’acuirsi dell’inflazione, l’aumento dei costi indotti che hanno pesato sulle famiglie, e la preoccupazione per il futuro che ha generato non minori arrivi ma minori presenze, ovvero meno giorni di permanenza. Da qui un modesto più 1,50 per cento rispetto al 2022, lontano da quel 10-15 per cento in più che era lecito attendersi».

Non siamo riusciti a intercettare i flussi turistici quest’anno rimasti lontano dalla Romagna a causa dell’alluvione di maggio.

«Quei flussi, come dicevo, si sono indirizzati in buona parte all’estero».

Quali scenari si prospettano per il 2024?

«Intanto va detto che l’anno comincia con un’inflazione in calo: i suoi effetti negativi si stanno riducendo in modo significativo. Poi c’è il dato relativo all’occupazione che tutto sommato sale anche se non quella giovanile. E crescono anche qui gli investimenti da parte dell’industria, con i tassi che iniziano ad abbassarsi anticipando l’effetto Bce che sarà evidente a marzo-aprile».

Chi investe in Versilia?

«Non l’edilizia né l’artigianato di produzione, ma la nautica, che è cresciuta a doppia cifra e crescerà anche nel 2024 con ordini fino al 2027, sì. E in generale tutte le aziende più strutturate. Le piccole aziende invece nuotano per sopravvivere».

Ci sarà un effetto Bolkestein sull’economia balneare e turistica?

«A livello numerico sicuramente sì, anche se qui da noi non mancano imprenditori che possono permettersi di affrontare la sfida delle aste senza problemi, penso agli alberghi di Forte dei Marmi che comprano e compreranno stabilimenti balneari indipendentemente dalla Bolkestein. Certo, da Torre del Lago a Marina di Pietrasanta, sarà difficile registrare quest’anno investimenti sulle spiagge».

Quindi cosa dobbiamo aspettarci dal 2024?

«Saranno molto importanti i risultati di un paio di eventi: il carnevale, che anche se non può contare sull’effetto 150°, rimane il vettore principale per Viareggio e con il suo indotto un po’ per tutta la Versilia (e devo dire che la Fondazione Carnevale fa tutto quello che si deve fare sul piano promozionale); e poi il centenario pucciniano, che può rappresentare un’occasione ancora maggiore da sfruttare turisticamente (ma qui credo che si potrebbe e si dovrebbe fare di più e meglio, e la presidenza del comitato per le celebrazioni non mi pare il massimo perché non basta essere un bravo direttore d’orchestra come il maestro Veronesi per essere un buon manager)».

Per quanto riguarda l’edilizia a quale anno stiamo andando incontro?

«L’edilizia non va male: è ferma per i limiti al superbonus ma l’edilizia di conservazione lavora. Il mercato immobiliare è però frenato dalle nuove norme sul trasferimento degli immobili. Insomma non siamo certo alla vigilia di un boom».

La nautica, si è detto, va a gonfie vele. E il lapideo?

«Il marmo regge: malgrado le problematiche sollevate dagli ambientalisti, l’economia lapidea tiene».

Insomma da cosa dipenderà la positività o meno del 2024 dal punto di vista economico?

«Quello che imprimerà il segno decisivo al nuovo anno sarà come sempre il turismo, motore della nostra economia, che oltre alla quota di pil che produce direttamente spinge il commercio e il terziario in generale. Il 2024 da questo punto di vista dovrebbe essere un anno di transizione, sperando nell’effetto positivo che potrebbe derivare dal centenario Pucciniano e dal carnevale, oltre che da altre attività che negli ultimi anni sono cresciute sempre di più, come il cartellone di iniziative di Villa Bertelli a Forte dei Marmi o la ristorazione di alto livello. Se la stagione balneare andrà bene i conti torneranno un po’ per tutti». l–

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