Ho ritrovato questa pubblicazione di Euro Romani. Un piccolo libro in cui Euro raccontava la sua giovinezza nella Darsena viareggina e soprattutto il suo impegno di dirigente politico e sindacale.


Come racconta Niclo Vitelli nella prefazione, da ragazzo Euro, di famiglia antifascista, fece una “scelta di vita” iscrivendosi alla FGCI diventandone un dirigente prima nell’ organizzazione giovanile e poi nel PCI viareggino e versiliese.
Fu un costruttore del “partito nuovo” di Togliatti radicandolo nel territorio, tra i lavoratori e nei ceti popolari, tra gli intellettuali, gli artigiani, i commercianti, i contadini.
Grazie anche al suo contributo, pure in Versilia il PCI divenne un partito di massa arrivando a raggiungere gli oltre 5000 iscritti in Versilia, con decine di sezioni. Sfogliando il libro ho trovato un capitolo intitolato ” I miei fotomontaggi”. In quel capitolo appunto, vi erano una serie di fotomontaggi rudimentali realizzati da Euro.

Aveva infatti l’abitudine di aggiungere ad articoli di giornale o a fotografie considerazioni soprattutto di carattere politico e sindacale con la sua minuta scrittura e poi fotocopiarli in diverse copie. E dagli angoli più remoti della memoria sono riemersi vecchi ricordi, sopiti da tempo, con Euro che faceva dono a me giovane dirigente del PCI di questi suoi “, fotoromanzi” con le sue analisi sui vari aspetti della vita politica cittadina e versiliese.

Era una generazione quella di Euro, in cui buona parte si era formata intellettualmente e politicamente da sola, autodidatta. Una generazione che aveva il gusto di ascoltare ed insegnare alle generazioni più giovani. Ricordo che riguardo ad un documento che avevo preparato per una riunione del Comitato federale mi fece un appunto perché, cito a memoria, avevo scritto che dovevamo rivolgersi non ai partiti ma agli elettori. Mi propose di correggerlo scrivendo non solo ai partiti ma anche agli elettori.
Sono passati ormai 20 anni dalla scomparsa di Euro Romani. È cambiato il mondo, la politica. Tutto attorno a noi.
L’ altra sera trovandomi con in mano il libro di Euro, ad una riunione di partito, ho chiesto se nessuno dei partecipanti, in prevalenza giovani, ne avesse mai sentito parlare. La risposta comunque la conoscevo già. Nessuno, in quel palazzo di via Regia, dove Euro Romani aveva trascorso parte della sua vita,ad elaborare strategie e documenti, a convocare e partecipare a riunioni, sapeva niente di lui, della sua storia umana e politica. E la responsabilità non era di quei giovani presenti.
Era ovvio, dopo che si sono completamente recise ed abbandonate le radici di una storia con pagine drammatiche e pagine gloriose.

Non siamo stati capaci di tramandare nemmeno la memoria. Sento in piccolo anche io questa responsabilità. Un grave errore! E non per nostalgia del passato ma perché senza radici e senza memoria è difficile costruire un futuro ed agire nel presente. Come aveva scritto nel suo ultimo libro Emanuele Macaluso, ” il futuro è un’altra cosa ma per individuarlo e capirlo servono anche il presente ed il passato”.

Nel libro sono citati altri protagonisti, scomparsi e anch’essi dimenticati, della costruzione e del radicamento della sinistra in Versilia. Ne cito alcuni Raggiunti, Breschi, Antonini, Iacomelli, Bragadin, Tamagnini, Giusti, Leone Sbrana, Lino Federigi. Ed un nucleo forte di quadri operai Nilo Bertolucci, Vasco Zappelli, Bruno Bemi.

È caduto un oblio sulla storia della sinistra versiliese e sui suoi protagonisti. Tra le innumerevoli cose che dovremo fare a breve, insieme a combattere una destra pericolosa ed arrogante e a costruire una sinistra con una nuova visione del mondo e del futuro per la nostra città e per il Paese intero, dovremo riallacciare le radici con il meglio della nostra storia, di cui uomini e compagni ( che bel termine) come Euro Romani fanno parte a pieno titolo. Sarà anche un modo per essere più forti, il saper stare con “un piede nel passato e lo sguardo dritto ed aperto sul futuro”.

E perché, come scriveva sempre Macaluso nel suo libro, citando un proverbio cinese, ” chi prende l’acqua da un pozzo non dovrebbe dimenticare chi l’ha scavato”.

Ti potrebbe anche interessare