DARE UN’ANIMA ALLA SINISTRA? TRANQUILLI: CI PENSA IL SINDACO DEL GHINGARO!

Ridare un’anima alla sinistra con Del Ghingaro interlocutore, organizzatore, padron di casa e mattatore assoluto, così come è stato per la recente presentazione a Viareggio del libro di Vannino Chiti, è un po’ come vendere l’anima al diavolo. Il Sindaco di Viareggio-si sa e non ne fa mistero la sua azione- è alla strenua ricerca di coperture: gli sono fondamentali per il suo percorso futuro in politica ma i pozzi purtroppo sono alquanto avvelenati, sia a destra che a sinistra. Del Ghingaro ha ben pensato, nel corso di quest’ultima legislatura, a scavare un solco profondo  a sinistra: il licenziamento in tronco della Vice Sindaca Maineri, la rottura dei rapporti con il Pd vieppiù inacidita dai rapporti conflittuali  tenuti con la Regione Toscana, con il Parco Migliarino San Rossore, con il Comune di Camaiore ( Sindaco Pd); il  sostegno attivo e diretto nelle elezioni amministrative di Lucca alla coalizione con all’interno Casa Pound e con la rottura dei rapporti con la Cgil.

Ma anche con la destra non sta meglio e su questo versante i pozzi sono, se non avvelenati alquanto inquinati, sia con la Lega che con Fratelli d’Italia. Si salvano, ma in parte e una parte soltanto delle truppe di Forza Italia: tutto ciò era scontato dato che Del Ghingaro si è fatto conoscere molto bene! Le scelte sono state ondivaghe e fatte di coup de théatre, frutto non di una conoscenza dei reali problemi della città o di una strategia, di una visione del futuro bensì dalla necessità di impressionare, di creare attenzione, di dare alimento al racconto che lui s’è inventato: uomo tutto d’un pezzo, libero da condizionamenti della politica e dei politicanti, l’uomo giusto, l’uomo del fare, adatto a risolvere quei tanti problemi che tutti gli altri hanno trascurato e non sono stati capaci di risolverli.

Ecco perché sia da una parte che dall’altra il terreno appare alquanto terremotato e sostanzialmente impraticabile, salvo un miracolo e la fulminazione dell’ultima ora. Tutto questo non era un mistero arcano e quindi i tre ex Presidenti della Regione Toscana del Pd non possono dire io non sapevo, non conoscevo, non mi avevano detto. Oggettivamente sono stati importanti per consentire al Del Ghingaro di riprendere la scena ragionando di anima della sinistra e di un civismo che, come ha sostenuto Vannino Chiti è non solo necessario ma indispensabile per farla tornare a vincere.

Di civismo però, si può colorare qualsiasi cosa se solo si dà la patente di civismo alle liste che hanno sostenuto la candidatura di Del Ghingaro nelle ultime elezioni. Si sta parlando nella maggior parte dei casi di gruppi spuri, organizzati più per interessi, non solo economici, senza radici nel tessuto sociale e civile di Viareggio.

Uno degli aspetti più rilevanti e storici del civismo viareggino sono ad esempio le associazioni di salvamento e pubblica assistenza che vengono guardate con sospetto, sufficienza ed escluse da un sentire comune amministrativo, salvo ricorrere a loro nei vari momenti emergenziali. A Viareggio, Misericordia e Croce Verde possono vantare una reale tradizione e una importante storia di collegamento sociale e civile. Le associazioni di volontariato e di scopo, ce ne sono diverse in città, hanno radici popolari ma sono, quando va bene ignorate se non, negli altri casi, fatte oggetto di attacchi e di emarginazione dalla vita e dai rapporti istituzionali.

Poi si dovrebbero considerare le modalità della direzione amministrativa attuale: rifiuto strategico del confronto, assenza di consultazione per non parlare di coinvolgimento e concertazione ed alla concezione dei rapporti con la città. Secondo la filosofia del civismo inventato da Del Ghingaro o si è d’accordo con lui e si dipende da lui stesso o si viene emarginati e colpiti da anatemi: questo succede ed è successo sia a singoli artisti, rappresentanti di associazioni, scrittori, geometri, architetti, a singoli cittadini che magari hanno protestato o hanno rivolto quesiti ritenuti non leciti e non graditi, imprenditori, strutture associative e sindacali da occultare. E’ davvero difficile pensare di chiamare espressione di civismo chi gestisce in maniera autocratica e autoritaria la direzione dell’amministrazione comunale e così i suoi fidi collaboratori.

Ora appare evidente che tutto questo con l’anima della sinistra non centra niente ma anzi si pone oggettivamente su un terreno alternativo e antitetico. Del Ghingaro dovrebbe leggere attentamente il libro di Chiti e valutare e rendersi conto della distanza abissale tra il suo amministrare e l’identikit fatto nel libro per riconoscere la sinistra.  E ha ben donde da riflettere su come può uscire fuori da questo labirinto che lui stesso ha costruito ma che, perdendo poi la mappa, ne è rimasto prigioniero. E per quanti sforzi possa fare, non sono certo tre, sia pur stati autorevoli ex presidenti di regione, che possano ridargli una verginità o un lasciapassare per le strategie future nei confronti del Pd e della sinistra: a lui e, ancora peggio, ai suoi complici, collaboratori senz’anima che gli stanno dintorno incensandolo come un cacicco di tribù.

L’anima, la sinistra e il Pd, però devono tirarla fuori, meglio di quello che stanno facendo. Se Del Ghingaro pensa ad incursioni per disastrare il Pd ed impedire che svolga il ruolo importante di opposizione e di  mallevatore e unificatore delle forze di sinistra, democratiche e del civismo vero è perché il corpo del Pd a Viareggio, in Toscana e altrove è ancora un corpo molle, dove continuano a scorrazzare senza regole e discipline  gruppi e gruppetti, vecchie esperienze politiche e amministrative, rancori e personalismi, a cavallo di un congresso che ha fotografato una vecchia situazione e il dopocongresso, con la  svolta di Elly Slhein. La vera anima della sinistra è fatta di partecipazione, di confronto di sintesi e di regole democratiche ed è questa che va evocata e fatta risorgere. E’ individuazione delle priorità e degli assi su cui far camminare la città perché sia in grado di stare dentro le sfide attuali. Prima lo si fa e prima si renderanno innocue le bislacche intenzioni del presupponente sindaco in cerca d’ autore.

Abbiamo poi un giornale, La Nazione, che a Viareggio è diventato un giornale spudoratamente di parte grazie a quel capo redattore strambo che si chiama Strambi e che pare legato a Del Ghingaro e alla sua amministrazione da una foga del tutto inusitata, talora davvero incomprensibile ai giorni d’oggi. Un legame viscerale, un amore cieco che fa del giornale, a livello locale, uno strumento totalmente asservito alle logiche di una persona, contraddicendo l’equilibrio e a la deontologia professionale che caratterizza La Nazione a livello complessivo. Lo Strambi si permette di fare ironia sulle sedie che non bastavano ad una iniziativa per precettati: e le precettazioni, si sa,  le sanno fare bene, forse meglio di Salvini!

Quando alla direzione de La Nazione- e ci dispiace che ancora non ne abbiano preso atto- si renderanno conto dei guasti che la direzione siffatta della cronaca locale a Viareggio produce al giornale, a quel punto, anzi meglio lo facesse per tempo, consigliamo al simpatico e ironico Strambi di mettersi da parte una sedia pieghevole: gli farà comodo!

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