Un maestro assoluto del canto tenorile AURELIANO PERTILE

a cura di Danilo Chiucini

 “All’Artista mirabile, al Cantante impeccabile, all’interprete fedele di svariate opere. Mai abbastanza lodato..”  questa è la dedica di Arturo Toscanini, al suo tenore prediletto. Nato a Montagnana il 9 novembre 1885, Milano l’11 gennaio 1952. Nel 1906 intraprese lo studio del canto regolare a Padova sotto la guida di V.Orefice. Nel febbraio del 1911 debuttò a Vicenza nella Marta, si perfezionò a Milano con Bavagnoli  e  infine, quando era già in carriera, nei periodi liberi fece altri studi alla scuola di A.Fugazzola fino al 1913. Il 13 maggio del 1911 al teatro Dal Verme di Milano ebbe luogo la prima in Italia dell’opera Quo Vadis di Nouguès e la sua interpretazione di Vinicio colpì i critici: in particolare venne messo in evidenza e sottolineato  il fraseggio suasivo e l’elegante stilizzazione del personaggio. Nello stesso teatro nel 1912 affrontò Pagliacci e Chénier; nel 1913 andò per la prima volta in Cile e in Argentina. Seguirono scritture al Massimo di Palermo al S. Carlo di Napoli e nel 1915 al Regio di Torino e al Costanzi di Roma. I suoi successi proseguirono: nel 1917 a Genova con la Rondine; al Colon di Buenos Aires con il Ballo in Maschera e nel 1920 all’Arena di Verona con il Mefistofele. Nonostante i grandi successi, le sue prestazioni artistiche migliori si registreranno nei primi 5 anni al Teatro alla Scala sotto la direzione di A.Toscanini. Pertile cantò ininterrottamente fino al 1935 con entusiastici successi in 35 opere diverse di repertorio.

C.Gatti critico dell’Illustrazione italiana scriveva questo significante commento, ” I recitativi, le arie, i pezzi concertati di Lucia ritrovarono nella sua interpretazione una luce, un calore che avevamo quasi dimenticato” .

A.Della Corte dopo un Trovatore a Torino del 1926 scrisse: “Ricordo che Tullio Serafin mi faceva notare come Pertile si faccia, in un certo senso, una voce speciale per ciascuna opera. Il che vuol dire, che restando naturalmente immutato il timbro, passa nella sua voce un che di specifico, secondo le caratteristiche di ogni singola musica; vuol dire che egli si controlla, sente ciò che dice, sicché l’espressione vocale è riflesso della interna concentrazione. Inoltre è studiosissimo della pronuncia chiara, e del melodizzare, del drammatizzare e dell’accentare. CHE PIU?”. Pertile ha inciso una immensa discografia, dal periodo acustico Fonotipia, Pathè – Actuelle (a punta acciaio) per Columbia, poi le incisioni elettriche sempre con la Fonotipia, la Columbia, la HMV, la Telefunken. Per terminare ascolterete tre brani:

il primo: da Lohengrin “Da voi lontan in sconosciuta terra”

Il secondo: da Manon Lescaut” Ah Manon mi tradisce”

Il terzo: dal Mefistofele ” Dai campi dai prati”

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