COHOUSING E INCLUSIONE SOCIALE

Nell’ambito dei progetti in “materia di vita indipendente ed inclusione nella società di persone con disabilità” promossi dal Governo, sta prendendo sempre più rilievo il cohousing, una nuova forma di innovazione e inclusione sociale che letteralmente significa “coabitazione”. 

Il cohousing si sta affermando negli ultimi anni come soluzione politica ed amministrativa in risposta alle fragilità sociali che stanno emergendo sempre di più. 

Nel Decreto interministeriale del 23 novembre 2016 (“Requisiti per l’accesso alle misure di assistenza, cura e protezione a carico del Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare”) venivano già illustrate le linee guida per la realizzazione di questi spazi. Oggi, anche nel PNRR sono previsti capitoli importanti riguardanti la “Rigenerazione urbana e housing sociale”, che prevedono interventi finalizzati a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale e a migliorare la qualità del decoro urbano. In merito poi al nuovo DDL Anziani, che sarà pubblicato a breve nella sua versione definitiva, si parla anche di “senior cohousing e “cohousing intergenerazionale”.

L’idea è quella di introdurre una forma di coabitazione tra persone anziane e/o tra ragazzi e anziani con lo scopo di stimolare solidarietà, coesione, promozione culturale e sostegno intergenerazionale, tutto regolamentato secondo criteri di mobilità e accessibilità sostenibili, nell’ambito di case, case-famiglia, gruppi famiglia, gruppi appartamento e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e ai prestatori esterni di servizi sanitari, sociali e socio-sanitari integrativi.

Il cohousing prevede pertanto caratteristiche che ripropongano condizioni abitative e relazionali della casa familiare (ai sensi dell’art. 4 legge 112/20016). E’ importante quindi progettare tali spazi con criteri architettonici che privilegiano il benessere della persona e utilizzando anche principi di Universal Design o Design for All. 

Come si legge sul sito di Design for All Italiaspesso il design tradizionale progetta per un’astrazione: l’uomo standard. Così facendo penalizza le persone reali con le loro diversificate abilità, competenze, desideri e aspirazioni. Design for All Italia promuove una progettazione per l’individuo reale, inclusiva ed olistica, che valorizza le specificità di ognuno, coinvolgendo la diversità umana nel processo progettuale. 

L’obiettivo che si pone è consentire la fruizione di ambienti, prodotti e servizi alla più ampia pluralità di soggetti, diversi fra loro per capacità percettive, motorie e cognitive e diffondere una sempre maggiore attenzione e sensibilità nei confronti della progettazione inclusiva, e a far comprendere le implicazioni sociali e i benefici sulla qualità della vita di tutti ed evidenziare i vantaggi competitivi ed economici.”

Per ottenere un design per tutti è necessario che ogni progettazione permetta all’uomo di usufruirne anche quando le proprie capacità siano ridotte, in modo da essere comunque autosufficiente. Lo scopo non deve essere una progettazione adatta anche ai disabili, ma adatta a tutti. Questo è il salto che occorre fare per creare una società che sia inclusiva. Come dovrebbe essere quindi progettata e arredata un’abitazione destinata al cohousing? 

Toscana Accessibile, il portale per la disabilità, riporta la normativa in merito ai “Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche” (PEBA) e prevede che i Comuni possano avvalersi della collaborazione delle associazioni a tutela dei disabili.

Bisogna pensare che per un disabile o una persona anziana compiti semplici come afferrare degli utensili, prepararsi un caffè o cucinare possono diventare dei grandi ostacoli. Design for All ad esempio, propone una molteplicità di progetti inclusivi per le abitazioni come:

  • oggetti di uso quotidiano
  • complementi d’arredo
  • etichette a lettura facilitata
  • telecomandi domotici
  • maniglie per porte 
  • poltrone e sedute
  • lavabi
  • cucine
  • armadi

Inoltre, progetti sono stati pensati anche per le aree urbane in modo da invogliare e rassicurare disabili e/o anziani a passeggiare per la propria città senza paura, come sedute dotate di sistemi di illuminazione, orientamento e segnalazione da posizionare sui muri che costeggiano le aree pedonali. 

LA RESPONSABILITA’ DELL’AMBIENTE NELLA CREAZIONE DELL’HANDICAP

Nel 2001 l’OMS adottò una nuova classificazione dei termini menomazione, disabilità ed handicap: l’ICF (International Classification of Functioning and Disability). Quella proposta nel 1980, l’ICIDH (International Classification of Impairement, Disabilities and Handicaps) per molto tempo non fu accettata da molti e in particolare dal DPI (Disabled Peoples’ International), il movimento internazionale dei disabili, il quale chiedeva che fosse messa in evidenza la responsabilità dell’ambiente mal progettato nella creazione dell’handicap. L’ICF sostiene che la salute riguarda l’individuo nella sua totalità, in quanto comprende l’aspetto biologico, personale e sociale ed è un concetto che non può prescindere dall’ambiente in cui l’individuo vive.

Questa nuova classificazione integra i due modelli biomedico e sociale e utilizza un approccio di tipo “biopsicosociale” che mette in relazione le condizioni di salute di una persona con i fattori contestuali (ambientali e personali) che inevitabilmente interagiscono con essa. La disabilità viene letta quindi in funzione sia della prospettiva medica, sia di quella sociale.

Mi auguro che la promozione del cohousing possa diventare veramente una modalità inclusiva e sicura di vivere le abitazioni e portare con sé nuove visioni e nuove progettualità, anche in ottica territoriale. 

(Ringrazio la mia amica Elena, per avermi fatto conoscere anni fa le caratteristiche della progettazione per tutti)

LIBRERIA ROTANTE “CONEY ISLAND

(Design On_Office Architettura con una consulenza di Andrea Stella,  prodotta da Estel s.p.a). 

Nata dall’impossibilità, da parte di bambini, anziani, persone di bassa statura o chiunque soffra di problemi deambulatori, di sfruttare in tutta l’altezza le comuni librerie presenti in casa, essa presenta una forma circolare e rotante che permette di poter accedere a tutti i libri da qualsiasi altezza desiderata ed è quindi adatta a vari tipi di utenza.

MANIGLIA LEONARDO 

“Leonardo” (Fabrizio Bianchetti, Ghidini, 2003) 

Grazie al disegno semplice e voluminoso consente vari modi di impugnatura: ad esempio con la mano, utilizzando la parte superiore o quella inferiore (adatta a bambini, persone di bassa statura, disabili in carrozzina) oppure col gomito o altre parti del corpo (per chi ha difficoltà motorie o semplici impedimenti come buste della spesa o bambini in braccio)

CUCINA SKYLINE

Skyline_Lab (Design studio Lucci Orlandini prodotta da Snaidero)

Il piano lavoro è dotato di una forma avvolgente ed ergonomica che consente a chi ha scarsa mobilità del tronco di raggiungere qualsiasi area senza difficoltà. sotto il piano lo spazio è completamente libero in modo da potersi muovere senza urtare da nessuna parte. Sono stati inseriti degli speciali girelli angolari (sia sotto che sopra il piano di lavoro) dotati di ringhiere che prevengono l’eventuale caduta di oggetti e di ripiani in vetro che consentono di vedere gli oggetti anche da seduti. Il lavello è posto in posizione ribassata, permettendo al disabile in carrozzina di posizionare le gambe nello spazio sottostante e di usarlo senza difficoltà. 

LAVABO CENTO80

(Design Martinelli Miazzo Dal Toso Vicentinirotante prodotto da GioliArreda)

Il primo lavabo adatto ad ogni esigenza perché facendo ruotare di 180 gradi una sua parte attorno all’asse verticale, permette a qualsiasi tipo d’utente (bambini,anziani, persone in carrozzina) di ottenere altezze diverse a seconda del bisogno.

ARMADIO ARMHANDO

(Design Chiara Cerea prodotto da Arredolegno)

L’armadio “Armhando” evita a chi lo utilizza il disagio di doversi allungare, o peggio di utilizzare la scaletta che può causare una caduta, per raggiungere i ripiani. Armhando è il primo armadio in cui sono le cose ad abbassarsi e alzarsi, non gli utenti.

COLONNA SOS 

(Design Paolo Favaretto)

E’ una colonnina di pronto intervento per installazione urbana utilizzabile anche da persone disabili ma nasce come risposta a un senso di inadeguatezza generale. È collegata alla Polizia e in caso di necessità può essere utilizzata da tutti, anche dagli utenti disabili.

TranSIT 

(progetto di laurea del designer industriale e ingegnere meccanico australiano Michael Oechsle)

E’ un sistema ibrido per il comfort durante le passeggiate, che consta di una seduta dotata di sistema di illuminazione, di orientamento e di segnalazione. 

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