Cave sul Monte Altissimo. Ferma presa di posizione da parte delle Associazioni ambientaliste: l’autorizzazione non può essere rilasciata.

Amici della Terra, Apuane Libere odv, Athamanta, C.i.p.i.t.  Seravezza, Custodi della Ceragiola, Le Voci Degli Alberi – Mountain Wilderness Italia aps – Italia Nostra Versilia, Nuovi Paesaggi Urbani, non hanno alcuna titubanza: l’eventuale autorizzazione del piano estrattivo presentato dalla società Henraux Spa il 16 marzo 2021 per la cava delle Cervaiole e altre cave sul Monte Altissimo non può essere rilasciata in quanto è in corso un accertamento giudiziario sulla proprietà di quelle terre. E questo a seguito del ricorso presentato dalla stessa azienda per la modifica della sentenza 39/20  che ha stabilito che la Soc. Henraux spa ne occupa buona parte senza averne nessun titolo.Di conseguenza è pacifico che non possa nemmeno chiedere l’approvazione di progetti estrattivi.

 L’azienda che prima si definiva proprietaria dei terreni per quel piano estrattivo oggi dichiara infatti di averne la sola disponibilità.  Ne dispone in quanto occupante abusivo? Questo si chiedono le Associazioni che ritengono assurdo autorizzare  un’attività di cava per 10 anni quando il giudice, che deciderà sul ricorso aziendale il 2 maggio 2023, tra pochi mesi potrebbe confermare che l’occupante abusivo deve restituire le terre al demanio civico.
Il  procedimento di valutazione si concluderà il 12 dicembre. L’esame è durato 21 mesi per il contrasto tra i progetti aziendali e leggi e normative sugli aspetti ambientali e paesaggistici e con la tutela del sistema idrogeologico.
Gli enti coinvolti nel procedimento in corso, coordinati dalla responsabile del procedimento del settore Impatto Ambientale della Regione Toscana, Arch. Carla Chiodini, devono riesaminare nuovamente il progetto, modificato più volte dall’azienda, che in partenza prevedeva l’estrazione del marmo sia cielo aperto che con importanti cantieri in sotterraneo da tombare infine con detriti della cava e piantumazioni.

Le associazioni stimano che l’attività movimenterà oltre 1.200.000 tonnellate di materiale dalla montagna. L’attività svolta negli anni passati dall’Henraux ha visto crescere una diffusa disapprovazione, non solo tra gli ambientalisti, per la distruzione del Pizzo di Falcovaia e da qui l’attenzione a valutare rigorosamente l’ambizioso piano aziendale.
Le associazioni ambientaliste sottolineano che proprio per scongiurare il pronunciamento definitivo del giudice del 2 maggio prossimo, che potrebbe riservare nuove sorprese all’azienda, Henraux ha proposto al Sindaco Alessandrini di Seravezza una transazione che prevede la rinuncia del Comune sia ai terreni di uso civico, sia  quelli, sempre di demanio civico, occupati abusivamente. Il tutto in cambio di compensazioni in danaro e opere.

Con la conciliazione in preparazione tra azienda e comune tutto, Monte Altissimo e Monte Pelato,  sarebbe definitivamente ceduto alla società privata con un accordo tombale.
A tutto questo si aggiunge un fatto che ha suscitato la viva protesta di coloro che seguono questa ultratrentennale vicenda: il Sindaco di Seravezza ha dichiarato più volte in Consiglio Comunale che prima di arrivare alla firma ufficiale dell’accordo, che comporterebbe impegni anche economici all’Henraux spa, l’azienda dovrà avere la preventiva certezza di essere autorizzata a svolgere l’attività estrattiva sull’Altissimo, Cervaiole, retro Altissimo, cava Mossa e Tacca Bianca ed infine anche sul Monte Pelato. Ma a quanto pare i piani aziendali per le Cervaiole non sarebbero autorizzabili ma andrebbero integralmente rivisti. Per il Monte Pelato, il retro Altissimo, la cava Mossa e Tacca Bianca invece la procedura non è neppure partita: mancando l’indicazione da parte del Comune delle particelle catastali interessate all’estrazione la Conferenza non ha potuto sovrapporre i mappali con le terre  non private ma civiche.
E’ opportuno – continuano le associazioni – che siano pubbliche le motivazioni che ci portano inevitabilmente a contestare sia l’operato del Comune di Seravezza, per la parzialità della sua istruttoria che per le pressioni politiche a favore del privato, sia la legittimità del procedimento autorizzativo in corso.

L’irritualità del procedimento ci ha portato  ad ammonire più volte la Conferenza dei Servizi Regionale che è stata invitata ad adottare la massima prudenza nell’assumere le decisioni che gli competono. E a dotarsi preventivamente del un parere dell’Avvocatura Regionale sui reali diritti del privato a scavare in terre di cui non è certa né la proprietà che la legittima disponibilità.

E’ inevitabile che, qualora l’Henraux spa venisse inavvedutamente autorizzata, si avvierebbe un ennesimo contenzioso sia in sede amministrativa che giudiziaria contro il provvedimento e sulla qualità dell’indagine svolta da enti e nei confronti dei pareri espressi che potrebbero avere il difetto di aver agevolato l’azienda”.

Comunicato delle Associazioni: Amici della Terra, Apuane Libere odv, Athamanta, C.i.p.i.t.  Seravezza, Custodi della Ceragiola, Le Voci Degli Alberi – Mountain Wilderness Italia aps – Italia Nostra Versilia, Nuovi Paesaggi Urbani

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