INTERVISTA A LORENZO BORZONASCA, CANDIDATO A SINDACO NELLE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI DI PIETRASANTA

Buongiorno Lorenzo. Come ci si sente ad essere candidato a sindaco di una città così importante per la Versilia e la Toscana come Pietrasanta? Perché un giovane architetto come lei ha accettato una proposta così impegnativa?

Per me è un vero onore essere candidato per diventare sindaco della mia città. Una sfida che cinque anni fa non pensavo possibile e che ho deciso di raccogliere perché adoro Pietrasanta e sono convinto che la strada che ha intrapreso in questi 8 anni di centrodestra non sia quella giusta.

La sfida è davvero difficile. Il sindaco Giovannetti che sta per terminare il suo primo mandato vantando diversi interventi e un sedicente buon governo. Ma è proprio vero? Un candidato di un’altra parte del centrodestra, quella dei Fratelli d’Italia, Simoni appare molto sensibile ai richiami nostalgici, che una volta a Pietrasanta avrebbero fatto sobbalzare?

È sicuramente una partita molto complicata. L’unità che abbiamo raggiunto come coalizione è un grande risultato che ci fa ben sperare. Non voglio stare troppo attento a quello che succede dall’altra parte. Quello che più mi interessa è dare la possibilità ai cittadini di Pietrasanta di osservare una diversa visione della nostra città con proposte serie e realizzabili. Dal nostro punto di vista l’amministrazione Giovannetti ha fatto interventi molto discutibili (vedi piazza Carducci) e localizzati soprattutto nel centro storico. Insomma, a parte qualche caso, ha dimenticato completamente le nostre frazioni. Ma ciò che più contraddistingue l’amministrazione Giovannetti è la mancanza di progettualità. Non è riuscita a portare a termine nessuna opera importante nel suo mandato. Piazza Carducci ad oggi non è ancora terminata, per la sovrintendenza manca ancora un albero, piazza XXIV Maggio è stata inaugurata ma in realtà doveva essere completamente pedonale, il museo Mitoraj è andato molto più lento del previsto. Insomma solo ordinaria manutenzione e fior fior di multe.

Quali sono i temi della tua campagna elettorale e del suo programma? Pietrasanta ha conosciuto grandi sindaci della sinistra che hanno saputo prospettare un rinnovamento e una progetto futuro: ricordo per tutti Rolando Cecchi Pandolfini che seppe far rinascere una città caduta nelle maglie del clientelismo e dei modelli consunti, isolata. La Versiliana, la politica dei servizi, l’attenzione al mondo del lavoro e ai diritti, la politica culturale, il Chiostro Sant’Agostino, chilometri di nuove fognature, la cura per le frazioni. Chi sono i soggetti privilegiati a cui ti rivolgi e quali gli assi del suo progetto cittadino?

Il punto cardine del mio programma è quello di ridare un futuro (sempre nell’ottica del mantenimento dell’identità) alle nostre frazioni. In termini di vivibilità e di aggregazione. Per troppo tempo sono state dimenticate e sacrificate. Ognuna di esse deve ritrovare o valorizzare degli eventi che possano animarle. Faccio spesso l’esempio del Wine Art di Levigliani. Poi ovvio ci vogliono le infrastrutture giuste. Ad esempio a Castello la strada è pericolante e sconnessa. Altro tema imprescindibile è quello ambientale, è necessario operare ora con lo sguardo orientato al futuro, ad esempio fare le fognatura significa avere un mare più pulito, realizzare parcheggi scambiatori significa avere un turismo più sostenibile, realizzare comunità energetiche, significa far risparmiare i cittadini e non sprecare energia. Sicuramente quello che più ho imparato dal sindaco Cecchi Pandolfini è che i frutti della buona politica si raccolgono dopo tanti anni.

Che ruolo vorresti che pietrasanta avesse per la realizzazione di politiche versiliesi, ovvero pensi possibile far acquisire ai vari comuni la consapevolezza che stare asserragliati nei propri territori non è positivo e non consente di valorizzare un territorio che ha tante e diverse caratteristiche. Caratteristiche e peculiarità che se legate assieme da politiche, collaborazioni e scelte comuni e coordinate potrebbero fare la differenza? Nel turismo, nei servizi socio culturali, sui beni ambientali?

Nei dieci punti che ho messo nel mio volantino c’è la parola “Made in Versilia”. Questo per far capire quanto la comprensorialità sia per me fondamentale per portare questo territorio nel futuro. Il campanilismo che ci attanaglia è una piaga che ci limita. Ogni territorio della Versilia deve mantenere giustamente una propria identità e preservarla, ma allo stesso tempo c’è bisogno di avere la mente aperta. Il confronto con gli altri sindaci della Versilia deve essere continuativo, esistono già strumenti per ottimizzare le politiche comprensoriali, vanno ottimizzati. Pietrasanta da comune chiave, poiché sia dal punto storico, mi sovviene il capitanato, sia dal punto di vista territoriale, sta nel mezzo, dovrebbe essere trainante, ma piano piano si è disintegrato questo ruolo

Hai a sostegno per la prima volta in Versilia una coalizione dove si trovano assieme un civismo vero con radici nel territorio e soggetti e partiti, movimenti che normalmente vanno ciascuno per conto proprio e preferiscono farsi la guerra l’uno contro l’altro per conquistare qualche votarello in più ma spesso rinunciano a diventare competitivi proprio perchè divisi e animati da logiche minoritarie. Come farai a tenere assieme un fronte così articolato e diverso? E poi non succederà che un minuto dopo l’eventuale successo si assisterà alla ripresa della conflittualità interna che quasi sempre è paralizzante e deleteria per le politiche amministrative?

L’unità che abbiamo raggiunto grazie al dialogo e al senso di responsabilità è un risultato di cui vado molto fiero e che può rappresentare un laboratorio anche in ottica regionale o nazionale. Ogni gruppo ha le sue differenze ma abbiamo un grande punto in comune: il bene di Pietrasanta e dei pietrasantini.

Un giovane dovrebbe votarla perché è un suo coetaneo o per qualcosa di diverso? Per le cose che ha detto o magari perché il futuro si comincia a costruire a partire dal proprio quartiere e dal proprio comune?

Non mi piace generalizzare, un giovane può essere molto più chiuso di una persona adulta, io credo che le persone che mi vogliano votare siano quelle che capiscono che l’amministratore non è colui che comanda, ma è colui che gestisce. E’ una differenza forte, ma tendenzialmente i giovani si sentono molto più responsabilizzati degli anziani in questi termini. Io voglio fare una politica di responsabilità e soprattutto orientata verso gli anziani, perché i giovani sono consci che il mondo sta cambiando e hanno molta più elasticità nel maneggiare i cambiamenti mentre gli anziani tendenzialmente ne sono investiti. La sfida è quella di riuscire a rendere tutti i pietrasantini responsabili del futuro della città.

Le donne pietrasantine sono sempre state sensibili ai diritti e hanno contribuito al superamento di tanti tabù. Sono state una componente importantissima per la parità di genere e per il rinnovamento culturale della città e della Versilia. Come pensi di riattivare questo storico impegno nelle condizioni e con i problemi attuali? E la città di Pietrasanta che immagini sarà per davvero la città delle donne?

 Sarà le città delle donne perché i ruoli cruciali della prossima amministrazione saranno rivestiti da donne.

La nostra politica sarà a sostegno della parità di genere e della libertà sessuale, sensibilizzando soprattutto mediante progetti scolastici il ruolo della donna nel nostro comune e nella nostra storia. La realizzazione di un punto di prima emergenza locale contro la violenza delle donne e il potenziamento del punto donna al Versilia format.

Molti dei sindaci sono oggi abituati a decidere in stanze ristrette, ad imporre le loro idee a prescindere dalle esigenze dei cittadini e dalla conoscenza diretta dei problemi. Come pensi di fare? Così o pensi di seguire un’altra strada: conoscenza diretta, rapporti con tutti, partecipazione e scelte condivise e frutto di un confronto permanente?

Il mio percorso politico è cominciato cinque anni fa dopo aver partecipato a un tavolo tematici. Questo per far comprendere come la mia filosofia sia estremamente legata alla partecipazione e all’apertura verso i cittadini. Anche la costruzione della coalizione, così come la mia candidatura è frutto di un processo partecipativo. Quando si fa politica in questo modo tutto diventa più naturale e non vi sono grosse forzature.

L’unico vero obiettivo realizzato nel passato in una logica versiliese è stato l’ospedale unico. Oggi a molti anni di distanza e dopo il duro periodo del Covid e delle politiche nazionali che hanno tolto risorse abbiamo una struttura in difficoltà di personale, con una progressiva contrazione dei servizi, con disfunzionalità gravissime nelle prestazioni essenziali a partire dalla prevenzione e dagli esami specialistici. Tutti i presidi territoriali fondamentali per la prevenzione sono stati smembrati e sviliti e non riescono a svolgere adeguatamente la funzione che era stata loro affidata. C’è malessere e proteste tra la gente e tra gli stessi operatori. Cosa pensi di fare e come ti misurerai con questo problema?

Io penso che l’Ospedale Versilia sia una polo di prestigio che deve essere potenziato profondamente. Inoltre ritengo che i presidi territoriali come la Misericordia e la Croce Verde debbano essere aiutati ad operare al meglio, con strumentazioni e con sedi posizionate in posizioni funzionali e strategiche. Mi impegnerò affinché in queste realtà così importanti ci siano anche centri di primo soccorso e di assistenza. Dove la gente può recarsi per delle piccole medicazioni, per prelievi o solo per avere informazioni.

Oggi a seguito della crisi economica e della guerra all’uscio di casa l’inflazione sta decurtando il valore degli stipendi e delle pensioni e cresce in ogni comune l’area della povertà sia quella estrema che quella in cui si trovano famiglie che non riescono più ad arrivare in fondo al mese, che non hanno risorse per consentire ai propri bambini livelli adeguato di istruzione, di tempo libero. Si riducono drasticamente le opportunità e spesso basta un evento straordinario per precipitare al di sotto della linea di confine della povertà. Quale sarà il tuo impegno e come pensi di lavorare e con quali politiche sociali?

La guerra russo-ucraino ha condizionato molto le nostre vite. Purtroppo è un evento più grande di noi e come comune non possiamo fare niente. Quello che possiamo fare è stare vicino ai cittadini attraverso anche l’erogazione di contributi per famiglie o esercizi commerciali particolarmente in difficoltà.

Farai al termine della campagna elettorale un appello: ci puoi anticipare cosa dirai rivolgendoti ai cittadini di Pietrasanta?

Dirò che Pietrasanta ha un opportunità unica, quella di cambiare finalemente pelle, ciò vuol dire che non ci sarà uno stravolgimento, ma gradualmente riusciremo ad abbandonare lo spauracchio delle città vetrina e ritroveremo l’identità di città da vivere. La mia professione e soprattutto la mia indole mi ha insegnato a non prendere le cose di petto, ma a ragionare e trovare gli strumenti per far si che la strategia che adopera non sia lasciata al caso, ma sia operativa, veloce ed efficace.

A chi mi dice che dietro di me ci sono sempre i soliti, rispondo che dietro di me ci sono 64 persone che hanno a cuore la propria città, che mettono la faccia ad un progetto nuovo, coraggioso e realizzabile.

Tutti gli altri miei avversari hanno fatto le radici nei banchi del municipio, con cariche e incarichi, li conosciamo già.

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