CARNE SINTETICA? NO, CARNE COLTIVATA!

Facciamo chiarezza

Il modo corretto per definirla è carne coltivata in quanto prodotta in laboratorio a partire da cellule animali; definirla “sintetica” snaturerebbe la sua vera origine perchè si intenderebbe qualcosa che è il risultato di una sintesi artificiale. In realtà la carne coltivata nasce a partire da cellule staminali muscolari di animali adulti viventi o cellule staminali pluripotenti da embrioni animali, prelevate e fatte crescere, differenziare in cellule muscolari e moltiplicare seguendo la loro fisiologica predisposizione fino alla produzione di veri tessuti muscolari. Tutto ciò riprodotto in larga scala in bioreattori in grado di mantenere le cellule all’interno di un liquido con temperatura, pH, ossigeno e nutrienti controllati.

Se vi dicessi che ognuno di noi, probabilmente, ha già utilizzato un bioreattore in casa propria, ci credereste?

Avete una yogurtiera?

La produzione dello yogurt dal latte è di fatto un processo biotecnologico, in cui due specie di batteri fermentano lo zucchero del latte in acido lattico che fa coagulare le proteine del latte ottenendo lo yogurt.. questo è un bioreattore!

Avete mai fatto la birra artigianale?

Anche in questo caso si utilizza un bioreattore!

Siete mai stati in un’azienda vinicola?

Nell’industria alimentare tutti i prodotti fermentati hanno a che fare con un bioreattore.

E allora perchè tutta questa paura intorno alla carne coltivata?

Per quanto riguarda l’aspetto nutrizionale non sembrano presenti effetti negativi da considerare così come quel che riguarda la sicurezza alimentare, crescendo in un ambiente controllato, si riducono i rischi di malattie di origine animali e si elimina l’utilizzo di antibiotici. Ovviamente per la relativa novità della tecnologia, questi cibi devono passare per la Novel Food Regulation Europea, per ottenere l’autorizzazione come alimenti “nuovi” rispetto a quelli tradizionalmente intesi, prima di essere considerati sicuri.

Si dovrebbe pensare a quanto gli animali allevati siano sottoposti a farmaci, ormoni e, appunto, antibiotici per tutelare la loro salute. La produzione di carne e quindi la gestione e il mantenimento degli allevamenti sono un grande problema che dovremo affrontare sia dal punto di vista etico, per la sofferenza degli animali allevati, sia da quello ambientale, per le emissioni, l’uso di suolo e di acqua che ne deriva, sia di salute, per la possibilità di diffusione di zoonosi e la responsabilità rispetto all’antibiotico resistenza.

Per ora il disegno di legge presentato in Consiglio dei Ministri vieta e sanziona la produzione, la vendita, la distribuzione e la somministrazione di alimenti, bevande e mangimi realizzati in laboratorio partendo da cellule animali, ma se l’EFSA (Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare) dovesse approvare la sicurezza della carne coltivata, questa potrà entrare nel mercato europeo e potrà essere acquistata penalizzando completamente solo l’Italia.

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