
Bene ha fatto Niclo Vitelli, nella sua prolusione, a sottolineare che Marco Sormanni, con le sue peculiarità, fece parte e fu protagonista di una storia collettiva, quella del PCI della Versilia, del suo gruppo dirigente, dei suoi militanti. Un gruppo dirigente, di cui sono stati ricordati molti nomi, che radico’ quel partito in questa terra. Arrivando ad avere oltre 5000 iscritti in Versilia, 2000 solo a Viareggio. Ben 32 sezioni sul territorio, da quelle più grandi a quelle più piccole. Da giovane iscritto alla FGCI mi rimase impressa quella di Ruosina, come una sorte di luogo leggendario.

E poi una decina di feste de l’ Unità in Versilia. Di tutto questo Marco Sormanni fu protagonista come responsabile organizzazione, amministratore delle finanze del partito , responsabile delle feste de l’Unità. Dopo aver scelto la foto da mettere nella locandina dell’ iniziativa, in cui Sormanni è al fianco di Enrico Berlinguer, in occasione della festa nazionale de l’ Unità delle donne a Viareggio, circondati da decine di persone, con suo figlio Pier Paolo , ricordavamo che anche in quella occasione, Marco indossava la sua ” divisa di ordinanza”, pantaloncini corti e canottiera blu. ” Divisa” con cui attraversava la stagione delle feste de l’Unità, cominciando con il montaggio a giugno e finendo spesso ad Ottobre di smontare tutto, dopo averle poi gestite. Quella di Viareggio era un vero e proprio villaggio nella pineta, con oltre cento volontari ogni giorno alle cucine e nei vari stand. Mi piace ricordare una caratteristica unica della festa di Viareggio, un grande spazio ragazzi, con giochi, animazione, teatro, organizzato e gestito da un gruppo di compagne e compagni maestri, animatori culturali.
E poi Sormanni fu protagonista, con il ristorante self service del PCI della Versilia nelle due grandi feste nazionali de l’ Unità in Toscana. A Tirrenia nel 1982 e poi a Campi Bisenzio nel 1988. Della prima, la festa nazionale a Tirrenia ricordo subito dopo l’ingresso il gigantesco quaderno aperto e la grande matita, tutto in cartapesta, fatta dai carristi del Carnevale di Viareggio, con la scritta ” Prima di tutto la Pace”. Mi piace ricordarlo, oggi, in cui risuona il rumore delle armi e nuovi conflitti provocano migliaia di vittime, in gran parte donne e bambini, come a Gaza. E poi la festa nazionale de l’ Unità delle donne, nel luglio del 1983, conclusa da Enrico Berlinguer, di cui proprio in questi giorni ricorre l’ anniversario della tragica scomparsa.
Marco Sormanni, non so come fece, riuscì a fare arrivare a Viareggio, due barman cubani, che prima di andare alla festa nazionale di Genova del 1989, per ben due settimane preparano cocktail alla festa di Viareggio. A me toccò andare a prenderli in aeroporto a Milano, quando arrivarono direttamente da Cuba.

Se molti di noi hanno imparato ad organizzare una manifestazione, una iniziativa, una festa, a preparare un volantino, ad inventare uno slogan efficace, lo devono principalmente agli insegnamenti di Marco Sormanni. Voglio sottolineare un elemento che richiamava anche Niclo, ad inizio anni settanta, i due principali dirigenti del PCI versiliese, il segretario Francesco Da Prato ed il responsabile organizzazione, appunto Sormanni, avevano iniziato a lavorare come fornai. Oggi, nella politica attuale, non sarebbe possibile il diventare dirigenti di un partito di due persone di estrazione popolare, di lavoratori manuali.
E non è un bene per una politica che sempre piu’ pare diventare asfittica, lontana dalla vita quotidiana della gente in carne ed ossa.
Per la mia generazione arrivata alla politica, alla FGCI, dopo il risultato eclatante delle elezioni politiche del 1976 per il PCI, furono gli anni dei decreti delegati, delle assemblee studentesche, gli anni difficili e pesanti del terrorismo ed anche l’ entusiasmante stagione del movimento pacifista contro gli euromissili. Per noi ragazze e ragazzi della FGCI, Marco Sormanni rappresentava il partito. Era il dirigente con cui avevamo più rapporti, perché ci aiutava ad organizzare un’ iniziativa, a stampare un manifesto, a trovare le risorse per organizzare un pullman per una manifestazione.
Era curioso, attento e disponibile nei confronti di noi giovani. Anche se talvolta, nella nuova federazione di Via Regia, inaugurata nel giugno del 1978, riusciva a terrorizzarci con qualche urlo dalla sua stanza al secondo piano, mentre noi giovani facevamo casino, spesso giocando a pallone nel corridoio che portava alle nostre stanze.
Oppure, dopo che per tutto un pomeriggio alla festa di Viareggio, avevamo montato il nostro stand , inchiodando pannelli ed andavamo via soddisfatti del lavoro fatto, il giorno dopo, spesso, ci capitava di ritrovare tutto di nuovo smontato, da parte di Sormanni, perché ritenuto un lavoro fatto male. Anche se ad onor del vero, finiva per affiancarci o per farci insegnare da un operaio dei cantieri della Darsena come dovevamo montare i pannelli e sistemare lo stand.

Infine voglio portare un ricordo personale. Quando dopo un lungo viaggio notturno sui treni regionali, da Viareggio a Roma, destinati Marco ad una riunione degli amministratori a Botteghe Oscure, io e Mirko Lippi ad una riunione della FGCI, nella sede che allora era in via della Vite. Arrivati a Roma, che stava sempre albeggiando, Sormanni ci portò a visitare il Campidoglio, i Fori Imperiali, raccontandoci la storia dell’ impero romano, il suo decadimento, la storia dei palazzi e monumenti che avevamo intorno. Come molti di quei dirigenti era un autodidatta, non aveva potuto studiare, ma aveva una grande cultura, non solo politica e la capacità di leggere la società, il mondo che ci circondava. Non era uno sfoggio di sapere il suo, era anche quello il modo di educare e formare due ragazzi nemmeno ventenni.
Finisco questa mia testimonianza sottolineando un ultimo aspetto. Marco Sormanni e quei gruppi dirigenti, prendendo in prestito una espressione di Pierluigi Bersani, seppero ” presidiare il futuro”. Cioè guardare lontano, aiutare la generazione più giovane a crescere, ad emergere, a cimentarsi nella lotta politica. Non è più così, si è rotto quel filo rosso. Credo che dobbiamo ricominciare a presidiare il futuro. E per presidiarlo, serve anche la memoria di una storia collettiva, il sapere di avere delle radici profonde su cui poggiare. Una storia importante e gloriosa alle nostre spalle, quella della sinistra italiana e del suo partito più grande. Questo grazie ad uomini come Marco Sormanni e ai tanti altri citati e ricordati nelle testimonianze precedenti. Risentendo quei nomi, di dirigenti e militanti della federazione del PCI versiliese e delle sezioni sul territorio, ricollegando quei nomi ai loro volti, alle loro voci negli interventi nelle riunioni, alle battaglie politiche che condussero, con l’ obiettivo di migliorare la propria vita e quella dei loro simili, partendo sempre dalla difesa delle classi subalterne, ho avvertito una emozione profonda.
Questa storia di cui oggi pomeriggio ne abbiamo raccontato un pezzo importante può servire ad una sinistra, a ragazze e ragazzi, che certo in modi nuovi, con linguaggi diversi, vogliano cimentarsi nel tentativo di provare a costruire una società più giusta ed un mondo migliore.
E di fronte alle drammatiche vicende di queste ore, con nuovi conflitti sempre più estesi che si prospettano, ne avvertiamo un grande bisogno.
Alessandro Cerrai

Alessandro Cerrai nato a Viareggio il 17-03-62 e residente a Viareggio.